Apologia di Maria Antonietta: una possibilità di rivedere la storia?

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E’ possibile tentare la missione di fare un’apologia di Maria Antonietta, a più di duecento anni dalla sua decapitazione?

La risposta non è né un ‘si’ né un ‘no’, o almeno non è così facile rispondere. Ma andiamo per gradi.

Maria Antonietta nasce il 2 Novembre 1755 a Vienna dall’unione Maria Teresa D’Austria e Francesco Stefano di Lorena, ed era la penultima di sedici figli. La sua educazione e scolarizzazione era talmente di basso livello che a dodici anni non era capace di scrivere e parlare correttamente né il Francese, né il Tedesco. L’unica lingua che padroneggiava con destrezza era l’Italiano, grazie agli insegnamenti di un maestro di tutta eccellenza, Pietro Metastasio.  Cresciuta nello sfarzo e nel lusso, a soli 14 anni (nel  1769) fu data in moglie a Luigi XVI, per sancire un’alleanza tra le due casate.

Una volta in Francia, la sua vita fu tutt’altro che semplice.

Ben presto si ritrovò ad affrontare le difficoltà della vita di corte, in parte per il suo carattere fondamentalmente frivolo, in parte perché era vista come una straniera che avrebbe fatto l’interesse della sua madre patria piuttosto che della Francia. Subito, infatti, fu additata come L’Austriaca.

Ma gli ostacoli incontrati dalla giovane donna non riguardavano solo la vita a Versailles, quanto piuttosto la sua vita coniugale.

Fu presto giudicata come donna inutile, e incapace di dare alla luce un erede al trono. Subiva infatti le forti pressioni in questo senso, e la sua vita matrimoniale era sulla bocca di tutti, perché solo nel 1777 il matrimonio con Luigi XVI fu effettivamente consumato. Le cause della mancata consumazione del matrimonio sono diverse, fondamentalmente non vi erano impedimenti fisici, ma la responsabilità della situazione fu totalmente riversata su Maria Antonietta, persino da sua madre che la reputava incapace di suscitare passione nel marito. Inoltre, le furono attribuite numerose relazioni clandestine, per lo più a titolo gratuito. Solo quella con il conte Fersen sembra essere stata realmente intessuta, e paradossalmente non comparve nei pamphlet e nei libelli pornografici e satirici che screditavano la regina di Francia, mettendola in ridicolo.

La mancanza di amicizie e l’insoddisfazione della vita coniugale la spinsero ben presto tra le braccia dell’infelicità e della frustrazione.

Nonostante questo, a corte Maria Antonietta ostentava allegria e frivolezza. Non era propensa al rispetto dell’etichetta, e viveva circondata dal lusso e dallo sfarzo, assecondata in ogni suo capriccio. E’ molto interessante il ritratto che ne fa Sofia Coppola nel suo Marie Antoniette. Allo spettatore attento, non può sfuggire il fotogramma in cui, tra le scarpe scelte dalla regina di Francia c’è un paio di Converse All Star. 

Un’immagine chiave, che suggerisce una sorta di apologia di Maria Antonietta. E se fosse stata un’adolescente annoiata, più che una tiranna assetata di sangue?




Sicuramente, la mancanza di istruzione e l’età della donna quando divenne regina di Francia non sono fattori trascurabili. Ma Maria Antonietta era di fatto superficiale e interessata più allo sfarzo che al benessere del paese. Si interessò ben poco alla politica, e presumibilmente aveva anche pochi strumenti per comprendere le dinamiche nazionali. Per lo più osservatrice passiva, ogni volta che tentò di prendere parte alle dinaamiche di stato dovette sempre fare dietro front. Questo per i pregiudizi sulla sua persona, e per la sua origine straniera.

Maria Antonietta era figlia della monarchia assoluta, e ne era portavoce  custode fedele. Un altro aspetto che ci spinge verso un’ apologia di Maria Antonietta.

Si rese davvero conto delle difficoltà economiche del paese solo quando poté toccare con mano il malcontento del popolo. Era il 5 Ottobre 1789, quando  il popolo marciò fino a Versailles, in cerca di giustizia. In questa occasione, la famiglia reale fu obbligata a lasciare il palazzo e trasferirsi ai Tuileries, sotto una pioggia di insulti, ritrovandosi di fatto agli arresti.

Va da sé che il conseguente tentativo di fuga del 1791 non fece che peggiorare la situazione della famiglia reale.

Il 21 Gennaio 1793 Luigi XVI fu ghigliottinato in Place de la Concorde, e Maria Antonietta rinchiusa in attesa di un processo farsa. Anche il nostro Giacomo Leopardi scrisse di questa reclusione in una tragedia rimasta incompleta, mettendo al centro dell’attenzione il dramma di una madre.

Perché durante la sua breve vita, all’interno di un matrimonio che sembrava essere tutto fuorché felice – anche se le difficoltà avvicinarono la coppia – ebbe ben quattro figli.

La sua vita si concluse così, con un processo farsa. Durante il quale fu persino screditato il suo ruolo di madre. Il figlio di otto anni, infatti, venne spinto a firmare una dichiarazione nella quale sosteneva di aver subito pratiche masturbatorie di natura incestuosa. Di fronte a questa accusa, la sovrana di Francia tacque. Disse solo: “la mia natura mi impedisce di rispondere”. E persino le donne del popolo, sue acerrime nemiche, si indignarono, tanto che il processo fu sospeso per un breve arco di tempo.

Regina sanguinaria o vittima delle circostanze? E’ difficile dare una risposta. Ma sicuramente conoscere la sua storia può aiutarci a farci un’idea. Sicuramente, ci da la certezza del fatto che il governo deve essere affidato a persone competenti con la giusta esperienza e le giuste qualifiche. Un governo guidato dall’inconsapevolezza, dall’immaturità – che non è un fattore esclusivamente anagrafico – è un governo cieco, che conduce solo alla disgrazia. Per quanto, in questo caso, la distruzione di un equilibrio ha portato a cambiamenti rivoluzionari e necessari.

Sofia Dora Chilleri

 

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