Quindi posso fondare un partito neofascista?
Sì.
Negli anni sono stati intentati vari processi per sanzionare chi inneggia a Mussolini, chi ne vende i cimeli, chi espone bandiere e chi fa il saluto romano. Nel 1991, addirittura, il senatore Giorgio Pisanò (ex MSI) ha potuto fondare in modo quasi indisturbato il partito “Fascismo e libertà”. “Quasi” perché è stato sottoposto a numerosi procedimenti secondo quanto previsto dalla legge Scelba. Non è comunque mai stato condannato perché, seppur dichiaratamente neofascista, non aveva obiettivi antidemocratici e non stava tentando di ricostruire il vecchio partito fascista.
E’ per questo che esistono Casa Pound e Forza nuova?
Sì.
Nel 1993 il governo tecnico di Amato approvò un decreto che puntava a limitare la propaganda e l’esposizione di simboli fascisti, oltre a prevedere aggravanti per chi commette reati con finalità razziste. Il decreto, poi convertito in legge, prese il nome dell’allora ministro dell’Interno ed è comunemente noto come “legge Mancino”. Si trattò e si tratta tuttora di un provvedimento molto criticato dalle forze di estrema destra. Nel 2014 anche la Lega Nord abbracciò la causa e propose la strada del referendum per abolire la legge Mancino.
Anche la norma del 1993 presenta gli stessi problemi attuativi relativi alla legge Scelba: l’art. 21 della Costituzione e la libertà di espressione. In Italia, quindi, rimane possibile esporre simboli fascisti e nazisti, ma anche fondare partiti di chiara ispirazione fascista, come come è avvenuto nel 1997 per Forza Nuova o nel 2003 per Casa Pound. Nel caso in cui vengano denunciati, sarà il giudice a stabilire l’applicazione della legge Scelba, della legge Mancino o la tutela dell’articolo 21 della Costituzione.
Posso fare il saluto romano?
Sì. E no. Dipende.
A fine 2018, il Tribunale di Milano ha condannato alcune persone che avevano fatto il saluto romano presso il cimitero Maggiore di Milano, luogo di sepoltura dei caduti della Repubblica di Salò. In questo caso, secondo il giudice, è prevalsa l’intenzione del gruppo di celebrare la nascita del partito fascista. Solo cinque mesi dopo, il 30 aprile di quest’anno, lo stesso tribunale ha invece assolto quattro esponenti di Lealtà e Azione. Anche loro avevano eseguito lo stesso saluto nello stesso luogo, ma il giudice ha qui ritenuto che si trattasse di una “manifestazione del pensiero costituzionalmente garantita”.