Apollo e Dafne, il mito greco dell’amore non ricambiato: Apollo, dio del sole e delle arti, decide un giorno di burlarsi di un dio dispettoso, irruento e decisamente poco ragionevole quale il dio Eros è, canzonandolo perché, secondo Mister Sole Splendente E Tutte Cose Belle, egli non aveva mai compiuto gesta eroiche o degne di gloria. Eros, rammaricato, nascostosi in un monte preparò due frecce: una d’oro, quella dell’amore e una di piombo, quella del rifiuto totale. Indovinate un po’ a chi vanno queste due frecce? Proprio così: una ad Apollo e l’altra, quella di piombo, a Dafne. La poverina, costretta a sfuggire dalla corte sfrenata di Apollo, invoca sua madre, Gea, implorandola di trasformarla in albero, disposta a tutto pur di fuggire via.
A me sembra di vederli ancora tra noi, questi dèi incapaci. Mi sembra di vedere un Apollo palestrato, pieno di sé, egocentrico ed egoista, convinto che ogni cosa giri intorno a lui e che tutti cadrebbero volentieri ai suoi piedi. Lo vedo, sta lì, con un ego spropositato e per questo sempre visibile.
E Dafne, forse nel tempo è cambiata un po’: c’è una malizia in lei, malizia mal gestita e irresponsabile. Quando carica una foto provocante alla stessa misura gode e si spaventa del successo ottenuto, non sapendo quanti Eros muniti di sole frecce di piombo sarebbero capaci di aggredirla. Ma sempre impaurita rimane e, all’occorrenza, chiede aiuto e consiglio alla mamma, ancora, nei millenni per i millenni.
“Tu, so che capirai: smettila o ti denuncio per stalking” scrive lei su facebook. Milioni e miliardi di likes, le ninfe di acqua e di terra le scrivono “amore che succede?!” e lei, prontamente “non mi va di parlarne”.
Apollo naviga e scopre sul web il fenomeno social della Friendzone e inizia a temere, ma non fallirà, perché lui è Apollo.
Tuttavia niente, fallirà invece, noi lo sappiamo già. Conosciamo il mito e altro non è che una realtà imbellettata, qualcosa che dall’antica Grecia continua a correre fino a noi: il rifiuto, all’occorrenza. Quanti hanno detto “no” a uno spasimante?
E d’altronde cosa dovrebbe portare Dafne ad accettare un amore del genere? Apollo non è mosso da un sentimento reale, è stato spinto a farlo (peraltro da un gesto vendicativo -ditemi voi qual è l’amore che nasce dalla vendetta-). E Dafne no, non può proprio accettarlo. Chiamatela figa di legno -mai materiale fu più azzeccato- ma preferirà comunque diventare un albero piuttosto che scegliere di stare con Apollo. Friendzonato, rifiutata l’amicizia su facebook, bloccato su whatsapp, mancato il saluto, come vi pare: ma non accetterà. Forse.
Perché gli dèi greci erano iracondi, dispettosi e permalosi tanto quanto gli esseri umani, ma, oltre ad essere capaci di cose straordinarie, in fondo avevano una grande saggezza. Oggi, però, hanno visto che le priorità sono cambiate e in qualche modo sono cambiati anche loro. Li vedo camminare per strada, sugli spalti, in televisione, sui social media: dèi della discordia, della guerra, dell’odio; dell’amore e della vanità; dèi delle stagioni, capaci di fare il bello e cattivo tempo. Ed è come se avessero perso la loro divinità o fossero troppo concentrati su altro per ricordarsi di essere creature supreme. Così un po’ si perdono man mano che il tempo passa; probabilmente ci stupiremo quando li vedremo totalmente invecchiati, proprio come noi tutti. Ma come, non siete eternamente giovani e immortali?
In una bilancia per confrontare le incoerenze, suppongo, nonostante quanto scritto, che siano ancora gli uomini a risultare maggiormente incoerenti, tra le loro frasi dette e le loro azioni. Quindi con quale certezza si può dire che oggi, la ninfa Dafne, in fondo in fondo non accetterebbe la corte di Apollo, per quanto lo ripudi? In fondo, è sempre meglio della solitudine. E di questi tempi, dèi, ninfe, mostri e uomini gestiscono molto male, la solitudine. La riempiono di cose, di rumori. Siamo uguali, in questo.
Eros, ancora oggi, continua a fare i dispetti: lancia frecce a caso e si diverte a vedere i risultati; Apollo impiega mezz’ora della sua giornata a lucidarsi i capelli con la maschera “Raggi Di Sole” e Dafne a tirarsela un po’, come una Beauty Queen.
E vissero per sempre.
Gea Di Bella