ll nuovo Centro pediatrico di Emergency in Uganda ha aperto le porte ieri, 22 Aprile, ai suoi pazienti. Ramadhan, Topista, Justine, Katongole, Matavu e Jordan saranno i primi ad essere curati nel nuovo ospedale progettato pro bono dall’architetto Renzo Piano e dal suo studio RPBW.
La struttura è situata a Entebbe, vicino alle sponde del lago Vittoria.
Il terreno su cui sorge, che si estende lungo una superficie di 12.000 mq, è stato messo a disposizione dalle autorità ugandesi che hanno contribuito al progetto anche con un finanziamento che ha coperto il 20% delle spese di costruzione.
La realizzazione dell’Ospedale pediatrico di Entebbe si inserisce nell’ampio contesto del progetto, voluto e avviato da Emergency nel 2009, dell’ANME.
L’African network of medical excellence ha come fine la costruzione di centri medici di eccellenza in Africa. Due sono i concetti posti a fondamento di tale progetto: la gratuità, che è “il prerequisito essenziale affinché tutti possano accedere tempestivamente alle cure di cui hanno bisogno” e l’eccellenza, che permette di garantire “alti standard clinici dei singoli interventi e promuovere la formazione di personale sanitario qualificato, lo sviluppo della ricerca e dei sistemi sanitari locali”.
Sulla base di questa aspirazione Emergency era riuscita, nel 2010, a riunire 9 paesi africani come firmatari del “Manifesto per una medicina basata sui diritti umani“.
L’Uganda, che aveva aderito all’ANME, era la candidata ideale per ospitare un Centro pediatrico di eccellenza.
Il paese, con i suoi 45 milioni di abitanti, ha un’età media molto bassa: il 50% dei suoi cittadini ha un’età inferiore ai 15 anni. Sono però solo quattro i chirurghi pediatrici presenti in Uganda.
Di fronte a questi dati è difficile sorprendersi del fatto che la nazione situata nell’Africa orientale sembri lontana dal raggiungere gli “Obiettivi del millennio sulla riduzione della mortalità infantile”.
Questi sono i dati forniti da Emergency:
La mortalità infantile sotto i 5 anni di età è di 49 bambini per 1.000 nati vivi e il 30% delle morti di pazienti di più di 5 anni sono attribuibili alla mancanza di cure chirurgiche.
Per contribuire a risolvere questa situazione, l’ospedale di Emergency mette a disposizione dell’Uganda, ma non solo, 72 posti letto di corsia e tre sale operatorie. All’interno del Centro pediatrico si troveranno anche un laboratorio, la banca del sangue, la farmacia, la mensa e la lavanderia.
Prevedendo l’arrivo di pazienti dalle diverse parti dell’Africa è stata costruita anche una “guest house” con 36 posti letto destinati ai bambini bisognosi di cure e i loro parenti.
Un’altra parte fondamentale del progetto è costituita dalle sale destinate alla formazione del personale locale, sia sanitario che amministrativo.
Tra le aspirazioni che si vuole perseguire con la costruzione dell’ospedale di Entebbe, infatti, c’è l’ampliamento del personale qualificato locale.
A questo aspetto è riservata già adesso una grande attenzione. Il personale attualmente operativo nel Centro pediatrico di Emergency è costituito da 385 lavoratori. Solo il 20% di questi sono professionisti provenienti dall’estero.
Tutt’altro che trascurabile è poi l’aspetto estetico e progettuale del Centro pediatrico di Emergency in Uganda.
Strada l’ha voluto “scandalosamente bello”, Piano l’ha progettato utilizzando in modo innovativo i principi di costruzione delle case tradizionali.
Per costruire i muri portanti è stata usata la terra di scavo, una materia prima con cui vengono realizzate le “case dei più poveri in quasi tutto il pianeta”. L’idea degli architetti del progetto era proprio quella di “ridare dignità” ad una tecnica antica di costruzione molto economica.
L’edificio, nel segno della sostenibilità ecologica, è stato rivestito di circa 2500 pannelli fotovoltaici.
Chi pensa che questa attenzione estetica possa essere secondaria si sbaglia. Essa è una parte irrinunciabile nella realizzazione di un progetto ispirato dai principi dell’uguaglianza, della qualità e della responsabilità sociale.
L’attenzione anche estetica agli spazi è fondamentale quando si vuole offrire un servizio di cura della persona che sia inteso come salvaguardia della sua dignità.
Silvia Andreozzi