Antonio Pascuzzo, 19 anni. Si erano perse le sue tracce a Buonabitacolo, provincia di Salerno, circa 7 giorni fa, ma infine il suo corpo era stato ritrovato sabato 14 aprile. Si è parlato subito di omicidio, in quanto evidenti i segni di 7 coltellate inferte sul petto e causa della sua tragica morte. Grazie al lavoro investigativo dei Carabinieri, guidati dal capitano Davide Acquaviva, il colpevole di questo efferato delitto è già stato consegnato alla giustizia, confessando le sue responsabilità dopo un interrogatorio durato un’intera notte.
Il debole movente
A provocare la furia omicida di Karol Lapenta, 18 anni, reo confesso, sarebbe stato il desiderio di rubare un piccolo quantitativo di marjuana, di cui Pascuzzo era in possesso. Un motivo futile, quindi, che ancora non convince appieno gli inquirenti che nutrono dei dubbi sul movente. I colpi inferti nella zona dorsale della vittima sarebbero stati sferrati utilizzando uno stiletto per disossare la carne. Il reo confesso, infatti, era apprendista macellaio. Karol Lapenta si torva attualmente presso il carcere di Potenza dove dovrà rispondere di omicidio volontario pluriaggravato da futili motivi.
La ricostruzione dell’omicidio di Antonio Pascuzzo
Grazie all’accurato interrogatorio durato più di 12 ore, è stata ricostruita la dinamica del delitto. Antonio sarebbe stato ucciso la sera stessa della sua scomparsa. Il suo assassino dopo averlo colpito a morte utilizzando uno stiletto per disossare la carne, con una lama di circa 20 cm, avrebbe tentato di occultare il cadavere gettandolo sul greto di un corso d’acqua dove è stato poi ritrovato. Per fare ciò pare abbia dovuto trascinare il corpo per circa 50 metri.
Gli inquirenti sono risaliti all’omicida, seguendo la pista della droga. Lo stesso Antonio, infatti, qualche tempo fa era stato fermato poiché in possesso di 30 grammi di marijuana. Aveva dichiarato che fossero per uso personale e patteggiato 4 mesi. Ciò nonostante l’intuizione dei carabinieri ha portato alla svolta nel caso, con la confessione di Lapenta. Considerando l’efferatezza del delitto ci sono ancora dubbi su quale possa essere il reale movente. Si può davvero morire a 18 anni per una dose di marjuana?
Marta Migliardi