Totò Di Natale abbandona il calcio giocato entrando nella Hall of Fame dei capocannonieri della serie A
Domenica contro il Carpi, un atro pezzo da 90 ha calcato per l’ultima volta il bellissimo palcoscenico della serie A. Di Natale saluta ultrà e tifosi come meglio sa fare, ovvero con un gol.
Classe “77, il piccolo attaccante nativo di Napoli, cresce nelle giovanili dell’Empoli. In toscana esordisce nella massima serie nel campionato 1996-1997 all’età di 19 anni; successivamente prestato ad Iperzola e Viareggio colleziona 58 presenze in C2 segnando 18 reti. Rientrato in terra toscana nel “99 ci resta sino al 2004. In questi anni dopo la “gavetta” nelle serie minori il suo talento esplode; per lui 158 presenze e 49 gol.
La vera e propria consacrazione del “Bomber” avviene nell’estate del 2004, dove approda all’Udinese della famiglia Pozzo. Tutta Italia comincia ad ammirare le prodezze di Totò che dotato di una velocità esplosiva e di un impeccabile fiuto del gol colleziona marcature rivaleggiando con altri attaccanti, come Shevchenko, Milito e Totti. Nel 2010 si aggiudica il titolo di capocannoniere insaccando ben 29 volte la rete degli avversari. L’anno successivo replica piazzandosi con 28 gol davanti Cavani ed Eto’o.
Primo a convocarlo in nazionale fu Giovanni Trapattoni che nel 2002 lo fece esordire in una amichevole contro la Turchia a Pescara. La fiducia conferitagli dal “Trap” non fu lo stessa da parte di Lippi. Nel 2006 non lo convocò nella gloriosa spedizione tedesca che portò la coppa del mondo in Italia. Nel biennio successivo, capitanato da Donadoni, rientra in maglia azzurra partecipando ad Euro 2008 che però non ebbe un epilogo positivo; l’Italia fu eliminata ai rigori nei quarti di finale dalla Spagna, il suo errore dal dischetto accompagnato da quello di De Rossi fu letale. Nel novembre 2009 dopo sei mesi di stop a causa di un’infortunio al ginocchio, rimediato proprio in Nazionale, indossa la fascia da capitano. Negli anni successivi Cesare Prandelli lo convoca per giocare l’europeo del 2012 e la Confederations Cup dell’anno dopo.
Essendo brevilineo (1,70 m) ha usato questa sua caratteristica per rendere vita difficile a tutti i difensori che ha incontrato. Agile nei movimenti, nell’arco dei trenta metri risulta imprendibile; nel suo repertorio non vi è solo lo scatto fulmineo, ma anche colpi di genio fuori dal comune. Pallonetti e siluri calciati al volo hanno permesso alla sua Udinese di disputare i preliminari di Champions League nelle annate 2004-2005 e 2011-2012, senza mai però riuscire a qualificarsi.
Nelle 12 primavere a Udine Di natale riesce a diventare il sesto miglior marcatore di sempre della Serie A, con 208 realizazzoni.
Si è dimostrato un attaccante completo, con la capacità di calciare di destro e sinistro, tutto condito con una visione di gioco che gli permette di trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Nasce come attaccante esterno ma poi con l’esperienza e gli anni si è adattato a svolgere il compito di punta centrale. Astuzia, tecnica e senso della posizione. Un cocktail di elementi indubbiamente offensivi.
Dopo molte voci che lo volevano a giocare nei ricchi emirati arabi, ha smentito lui stesso. Qualche settimana fa nel corso di una conferenza stampa ha annunciato che l’ultima giornata di campionato, svolgerà alla Dacia Arena di Udine i 90 minuti che metteranno il punto alla sua carriera.
Si congeda cedendo al vizio di una sigaretta con gli ultrà, forse volendo emulare le stravaganze del suo idolo di sempre Maradona.