Fortuna Loffredo 24 giugno 2014
Fortuna e Antonio sognavano.
A volte la notte sognavo che venivano a prendermi per portarmi via da qui, lontano da tutti. A voi potrebbe sembrare strano, forse incomprensibile, ma avrei voluto essere lontano da chi diceva di volermi bene. Questo succedeva qualche volta di notte. Ho sentito dire una volta alla TV che si può sognare anche ad occhi aperti ; forse qualche volta sara’ capitato pure a me, adesso non ricordo, ma, sapete com’è, ero troppo piccolo per ricordare. Beh, io semmai “incubo”. Che poi, i bambini come me, non dovrebbero Incubare, dovrebbero solo sognare. Ma , ditemi voi come avrei potuto fare se la mia vita e’ stata un incubo continuo. Gli altri giocavano a nascondino, noi invece ci nascondevamo per davvero. Agli altri batteva forte il cuore quando sentivano che stavano per essere scovati, a noi di piu’.
A loro, se venivano scoperti, toccava di pagare penitenza e stare sotto, a noi di piu’.
Loro si divertivano, ridevano, scherzavano, noi no. Noi non ci divertivamo, e non c’ era niente di bello a stare sotto, non ridevamo. Le prime volte piangevamo a dirotto, ma nessuno ci sentiva, o non volevano sentire. Poi un giorno abbiamo smesso di fare tutto. Abbiamo smesso di piangere, di aver paura, di provare dolore per la carne lacerata, le ferite dell’anima invece non hanno mai smesso di sanguinare. E cosi ci siamo spenti, che tanto era inutile dibattersi, dimenarsi, combattere, venivano giù botte come la pioggia dal cielo, ed era inutile gridare che nessuno ti poteva aiutare, e allora lasciavi fare, che tanto prima o poi doveva finire.
Eravamo diventati come i palazzi in cui siamo nati, verdi sbiaditi come le nostre speranze perse. Fatiscenti, crepati, scrostati e infestati dalla malerba. Abbiamo perso il sorriso, abbiamo perso l’infanzia, abbiamo perso la vita. E se qualche volta ci sara’ capitato di sognare di essere come gli altri, e giocare a nascondino per il gusto di giocare, poi abbiamo capito che non potevamo, noi non eravamo uguale agli altri, siamo sempre stati speciali. Noi, come i supereroi, sappiamo volare. E adesso che vi guardiamo dall’alto e giù non possiamo tornare, possiamo ridere e non nasconderci più. Non abbiamo paura e nessuno ci può far male.
Caivano[Na] , nell’ormai tristemente famigerato Parco Verde, comincia a sciogliersi la coltre fitta di omerta’ che in tutti questi anni era calata sulle terribili vicende occorse ai due poveri bambini, ed e’ inimmaginabile per chi non abbia provato sulla propria anima, capire cosa abbiano mai potuto passare quei piccoli. Loro, come pure purtroppo si sospetta altri. Adesso arrivano testimonianza da ogni dove, sembra che, all’improvviso, una volta tolto il tappo come al vaso di Pandora, tutti i mali stiano venendo alla luce, come mai? Come e’ stato possibile che nessuno abbia parlato prima? Quello che e’ accaduto a Fortuna e Antonio tra le mura domestiche nelle palazzine verdi, accade ogni giorno in ambienti più altolocati, quindi, la teoria che emeriti imbecilli e sciacalli ci propinano, secondo la quale sarebbe successo tutto per il degrado dell’ambiente circostante, l’ignoranza e via discorrendo è anacronistica e pretestuosa. La Pedofilia è una piaga che non fa distinzione tra sesso, religione, razza, status sociale e quant’altro, in questo, paradossalmente è molto Democratica e Trasversale. La verità è che in questo paese, come in altri, la Pedofilia è una Lobby molto potente che vanta personaggi molto illustri e che “contano” nella società. Già nell’anno 2000, proprio a Napoli , il procuratore Alfredo Ormanni in un’intervista a Repubblica dichiarava:
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All’epoca, in una vasta operazione, furono denunciati ben 23000 Pedofili.
Questo ci fa capire la portata del problema, e quanto difficile sia . depistaggi e falsità, rendono difficile far emergere responsabilità. E se pensiamo che nella maggior parte dei casi l’orco si annida tra le pareti domestiche, o comunque è una persona di famiglia , e spesso viene coperto dai familiari, complici a loro volta di questi odiosi crimini. I bambini, come spesso gli adulti, hanno paura e vergogna a denunciare, anche perché in 80 casi su 100 l’orco è un familiare stretto, le statistiche dicono che solo nel 30% dei casi un bambino si rivolge ad un familiare per essere aiutato. Il dramma nel dramma, si ha quando nel 51% dei casi, l‘orco torna a casa. Fortuna e Antonio, ormai, non devono più temere nessun orco. A volte ci sono cose peggiori della morte. Probabilmente Antonio, era prima che la mamma lo buttare giù dichiarando che si era sporto per guardare un elicottero. Stessa sorte toccata un anno dopo a Fortuna, che a dispetto del nome, di “fortuna ” non ne ha mai avuta. Anche lei buttata giù dal balcone come una cosa vecchia a capodanno. Forse davvero questi bambini sono angeli, forse davvero adesso Antonio e Fortuna stanno volando, finalmente liberi di essere bambini.