“Il centrosinistra non fa che scimmiottare la destra. So che sarà una grande sfida ma sono pronta: voglio rappresentare la Firenze anche degli ultimi, di chi non ha lavoro, la Firenze delle donne, dell’uguaglianza e dell’integrazione. Una città culturalmente aperta e non una città vetrina”.
Queste le parole di Antonella Bundu, la candidata sindaca a Firenze per la coalizione Rifondazione comunista, Possibile, Sinistra italiana e Mdp.
Madre italiana e padre della Sierra Leone, decisa e con la risposta pronta, come dimostra non appoggiando l’aeroporto e la Tav perché “siamo contrari, presto presenteremo il nostro programma”. “Puntiamo a vincere”.
La coalizione di cui fa parte è una vera alternativa alla divisioni a sinistra.
Ma chi è questa donna che dal primo momento si è presentata come donna nera, oltre che fiorentina e di sinistra?
Antonella Bundu è nata a Firenze nel 1969 e ha due fratelli: il maggiore si chiama Jacopo, il minore Leonard e fa il pugile. Suo padre, Francis, è arrivato dalla Sierra Leone negli anni Settanta, grazie a una borsa di studio per studiare architettura. Madre e padre si sono conosciuti studiando.
Si trasferiscono a Freetown, in Sierra Leone, dove il padre lavora come architetto e la madre insegna matematica. Sono i primi anni settanta e Antonella ha appena tre anni.
“Mi ricordo i primi giorni di scuola: gli altri bambini parlavano in inglese e io rimanevo in silenzio, con lo sguardo rivolto su un punto fisso, aspettando solo che finisse la giornata scolastica. Anche grazie ai metodi piuttosto sbrigativi dei miei insegnanti, imparai presto l’inglese e altre lingue locali”.
La famiglia si trasferisce a Liverpool dopo morte del padre e Antonella lavora come bibliotecaria in una piccola biblioteca, che dava in lettura libri di autori neri.
Antonella Bundu fa ritorno a Firenze nel 1989 e si iscrive presso la Scuola Superiore Interpreti e Traduttori. Svolge diversi lavori durante gli studi: la barista, organizzatrice di eventi e dibattiti interculturali, collaborazioni con case di produzione discografiche. Fa anche la correttrice di bozze.
Nel 2004, dopo la nascita di sua figlia, inizia a lavorare come impiegata in uno studio di architettura.
“Non ho mai smesso di impegnarmi per le cause che mi appassionano e mi definisco una donna nera, fiorentina e di sinistra”.
Il mondo è donna e adesso anche la sinistra fiorentina lo è.
Tiziana Nigro