Tre militanti di Casapound sono entrati nel registro degli indagati per tentato omicidio
La vittima è un uomo di 36 anni, che il 12 gennaio scorso è stato accoltellato mentre insieme a un gruppo di attivisti stava attaccando dei manifesti. Il numero degli indagati è destinato a salire: non è escluso che altri militanti di Casapound, quasi tutti giovanissimi, siano indagati per lo stesso reato o per favoreggiamento. Nel frattempo la Digos sta procedendo in questi giorni a numerosi interrogatori.
L’aggressione
L’aggressione è avvenuta alla sera del 12 gennaio all’angolo tra Montevideo e piazza Tommaseo alla Foce, vicino alla sede di Casapound. Come riportato da Il Secolo XIX, alcuni attivisti di “Genova Antifascista” stavano attaccando dei manifesti, senza l’intenzione di “mettere in atto una provocazione“. In quel momento sono usciti dalla loro sede i militanti di Casapound “armati di bottiglie, cinghie e altri oggetti“. D.M. è stato raggiunto da alcuni di loro ed è stato accoltellato alla schiena: pochi centimetri e sarebbe stato ferito ai reni. L’uomo ha raccontato di aver sentito una fitta alla schiena, ma di essersi accorto del sangue “solo una volta raggiunto un luogo sicuro“. L’uomo ha deciso però di farsi medicare all’ospedale Galliera solo ventiquattr’ore dopo l’agguato e due ore dopo aver pubblicato la foto della ferita sul profilo Facebook del suo collettivo.
L’aggressione ha anticipato la campagna elettorale e il suo clima di violenza. I militanti di Casapound, che avevano organizzato quel giorno una raccolta firme per le elezioni politiche del 4 marzo, hanno subito messo in evidenza la loro natura aggressiva.
Le indagini
Per metà marzo intanto sono attesi i risultati della perizia medico legale. In base alla dinamica dell’aggressione e alla tipologia della ferita il reato potrà essere riformulato da tentato omicidio a lesioni. Non è infatti chiaro se l’uomo avesse l’intenzione di uccidere con quell’accoltellata.
Camilla Gaggero