Anteros: il fratello amorevole o il peggior nemico di Eros

Ecco un'altra figura della mitologia greca da conoscere per imparare a capire un po' meglio noi stessi

Anteros ed Eros

"Eros punito da Anteros", Stefano Ricci, olio su tela, Palazzo Fenzi, Firenze, 1706-07

Nella mitologia greca, l’amore non è solo nel segno di Eros e Afrodite. Uno dei personaggi più importanti è Anteros: la sua valenza, però, è decisamente da discutere…

Ti è mai capitato di soffrire per un amore sbagliato, complicato o impossibile? Se sì, il dipinto di Sebastiano Ricci Eros punito (1706), che si trova in Palazzo Fenzi Marucelli a Firenze, avrà probabilmente tutta la tua simpatia. A chi non è venuta voglia, almeno una volta, di prendere quel mascalzone arco-munito e dargli una bella scrollata? Esattamente questo fa l’altro protagonista del dipinto di Ricci, afferrando Eros per l’ala e torcendogliela con aria severa. Probabilmente prevenendo, così, l’ennesimo disastro amoroso. Ma chi è quella figura, che pure ad Eros è così simile nell’aspetto? Si tratta di Anteros, forse il più importante dei suoi fratelli.




Questa divinità assommava in sé diversi significati, risultando protagonista di una mitologia complessa, stratificata e in parte contraddittoria. Proviamo ad addentrarci in essa seguendone i filoni principali.

Anteros secondo Claudio Eliano: il frutto di un legame omoerotico

Una prima versione dell’origine di Anteros si trova nello scrittore del II-III secolo d. C. Claudio Eliano, più precisamente nel trattato De Natura Animalium. Qui – va detto, senza dovizia di particolari – si racconta come Anteros sia nato da un legame omoerotico. Quello tra il dio del mare Poseidone e Nerito, l’unico figlio del pescatore Nereo, nuotatore eccelso e auriga della divinità. In questa versione del mito, dunque, questa figura ha valenza positiva, in quanto nasce spontaneamente all’interno di un’intesa reciproca. Innegabilmente, del resto, possiede anche una connotazione pedagogica, dal momento che fa riferimento alla configurazione del rapporto pederastico.

Infine, questo mito presenta anche un altro aspetto interessante. Come molti dei giovani amati dagli Dei, Nerito non ha un destino felice: rimane ucciso in un incidente, o viene addirittura assassinato. Responsabile ne è Apollo, che da allora con Poseidone intrattiene dei rapporti quantomeno burrascosi.

Niceta Coniata e il suggerimento di Prometeo

Una seconda versione, di epoca più tarda, rimanda altrettanto suggestivamente a una dimensione pedagogica per l’origine di Anteros.

Secondo il bizantino Niceta Coniata, in particolare, Anteros è frutto di un suggerimento dato da Prometeo alla dea Afrodite. Questa, madre di Eros, si era lamentata con il titano che il figlio non crescesse e fosse perennemente ingovernabile. Dopo averci riflettuto, Prometeo ha un’idea: Eros crescerà, dice ad Afrodite, solo qualora riceverà l’amore di un fratello. E Afrodite, insieme ad Ares o Dioniso, decide di fare un tentativo, che in effetti ha successo. Anche in questa versione, quindi, Anteros ha una valenza positiva e pedagogica. Si configura, nello specifico, come l’incarnazione dell’amore corrisposto, che è precisamente quello che fa crescere la passione e le dà una direzione sensata.

L’altro volto di Anteros: l’oscuro mito di Pausania

Al II d. C. risale un’altra versione del mito di Anteros, decisamente più fosca, narrata dallo storico Pausania. Nel suo resoconto, l’origine di questa figura sarebbe da ricercarsi in una brutta vicenda accaduta ad Atene nei tempi antichi. Protagonisti ne erano stati il meteco Timagora e il cittadino Melete, di cui Timagora era perdutamente innamorato ma che ne veniva disprezzato. Un giorno Melete, per pura crudeltà, aveva suggerito a Timagora di gettarsi da una rupe. Qualche tempo dopo, però, orripilato aveva scoperto che lo spasimante lo aveva preso alla lettera. E così, divorato dal rimorso, Melete si era gettato dalla stessa rupe. Sotto quella, i meteci di Atene avevano eretto un altare ad Anteros, l’amore vendicato.

Anche in questa versione del mito di Anteros lasciataci in eredità dai Greci sembra esserci, in fondo, una lezione da imparare. E cioè che un amore crudele per capriccio o per pura crudeltà non ha poi vita molto lunga. Come si suol dire: a buon intenditor…

Valeria Meazza

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