Ansia e Greta

Ansia e Greta

Ansia e Greta

Possiamo accettare un mondo strano, anzi, l’originalità va’ sempre premiata e tenuta in considerazione … perché un pizzico di follia insaporisce l’esistenza, ma la stupidità no; quindi è inaccettabile un mondo idiota.

Una delle più evidenti manifestazioni di idiozia collettiva l’abbiamo avuta nei confronti di una adolescente svedese di sedici anni: una ragazzina che – nell’avere a cuore la causa ambientalista – si è ritrovata  suo malgrado a diventare il simbolo di una causa che va’ avanti in modo serrato almeno da quarant’anni.  Appunto, il simbolo!

Dove sta l’idiozia è presto detto: invece di preoccuparci perché stiamo modificando in modo tanto ostile quanto irreversibile l’ambiente in cui viviamo, corriamo appresso alle dichiarazioni di Rita Pavone e Maria Giovanna Maglie su una ragazzina le cui uniche colpe consistono nell’ aver preso a cuore la causa ambientalista e per questo aver deciso di protestare ogni venerdì davanti al parlamento svedese invece di andare a scuola.

Anteporre il simbolo di una causa alla causa stessa è tipico dell’idiozia umana, infatti tutti conoscono Giovanna d’Arco ma pochi la guerra dei Cent’anni; solo che prima serviva un certo lasso di tempo per far germogliare l’imbecillità e l’ignoranza così da permettere che il simbolo divenisse prioritario rispetto alla causa, oggi invece bastano un device e il rincoglionimento generale e in quattro e quattr’otto l’ebetismo è servito all’istante!

Ovviamente Greta ci marcia come ci marcerebbe ogni adolescente della sua età. Quale ragazzino di 16 anni non si sentirebbe  esaltato all’idea di ricevere il Nobel per essere il simbolo di un’ importante e nobile causa? Non è poco passare da “mamma ho perso l’aereo” a “mamma tutti mi osannano perché voglio  salvare il pianeta!”. Certo, non so fino a che punto possa esser sano per una persona così giovane essere posta al centro di qualcosa molto più grande di lei… però – grazie all’amplificazione mediatica –  è successo, ma di certo non è una bambina con le trecce la soluzione al problema del cambiamento climatico, e, in fondo, “i grandi” non sono da meno: si vedono ogni tanto, ascoltano i moniti allarmati degli scienziati dalle loro belle torri d’avorio alimentate a combustibile fossile, fissano un tetto massimo di emissioni inquinanti che nessuno di loro rispetterà e dopo la sontuosa cena diplomatica a base di specie in via d’estinzione arrivederci e grazie.

Insomma nessuno è esente da ipocrisia bella e buona, ma la ragazzina ha dalla sua proprio la sua giovane e ingenua età. Possiede l’innocenza di chi è convinto che un semplice gesto possa fare la differenza, poi se scartoccia da demoniaci involucri di plastica leccornie in treno, perché – ricordiamolo – è una bambina, non è certo una tragedia d’incoerenza rispetto a chi prima fa milionarie conferenze mondiali sul clima e poi se ne sbatte altamente i coglioni.

Si è persa un po’ la percezione della coerenza in quell’impercettibile e lancinante stato d’ansia che corre tra un tempo reale e l’altro, no?      

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