Anonymous, chi sono gli hacker che sfidano il potere

Anonymous

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Anonymous è un gruppo di attivisti che, attraverso tecniche di hacking, si batte per la giustizia e per la libertà di espressione.
Banche, multinazionali, governi. Anonymous li combatte attraverso la rete

La nascita di Anonymous

Il gruppo di hacktivisti (dall’unione di “hacker” e “attivisti”) nasce nel 2003, sul sito web 4chan. Fondato da Christopher Poole, il sito consiste in un’enorme bacheca di immagini e notizie, pubblicate in modo anonimo.
Per questo motivo, gli utenti che non volevano accreditarsi  con un nickname, venivano chiamati Anonymous.
Nato come un semplice forum per condividere anime e manga, 4chan diventa presto qualcosa di più grande.

La prima vera azione degli attivisti del forum risale al 14 gennaio 2008, quando trapela su Youtube un video della chiesa di Scientology.
Il video, che ha l’obiettivo di raccogliere nuovi adepti, rappresenta Tom Cruise che ride in modo quasi isterico. Il filmato finisce nella rete di 4chan e viene condiviso e deriso.
Scientology richiede, quindi, a Youtube di rimuovere il video. Ma la risposta degli hacker anonimi di 4chan non si fa attendere.
Inizia una vera e propria campagna contro la setta religiosa, che viene accusata di aver violato la libertà di parola chiedendo la rimozione del video.
Gli hacker descrivono la pericolosità dell’organizzazione, che esercita sfruttamento finanziario, abuso e minacce.
Anonymous pubblica in seguito una “Call to Action” su Youtube, riuscendo ad attirare migliaia di persone in protesta davanti alle sedi di Scientology.

In quell’occasione molti partecipanti indossano la celebre maschera di Guy Fawkes, resa celebre dal film V per Vendetta. Diventerà poi il simbolo del collettivo.

Operazioni e missioni di Anonymous

Nel 2009 l’elezione del Presidente Mahmoud Ahmadinejad scatena forti proteste in Iran.
Con la scoperta di brogli elettorali, migliaia di iraniani scendono in piazza a manifestare, subendo una dura repressione.
Entra quindi in gioco Anonymous che, con l’appoggio di hacker iraniani, lancia un sito di supporto ai manifestanti.
Questo permette agli iraniani di comunicare al mondo l’ingiustizia che hanno subito, in modo sicuro e protetto dalla censura.

Tra il 2010 e il 2011, ha inizio l’Operazione Tunisia.
Come avvenuto in Iran, anche in Tunisia il governo reprime le proteste dei cittadini.
Anonymous interviene lanciando attacchi hacker a diversi siti governativi tunisini, pubblicando su uno di questi un messaggio di denuncia.
Gli hacker forniscono ai manifestanti anche un manuale di istruzioni per accedere a una rete Tor, ossia una rete alternativa che non può essere colpita dalla censura.
Il 14 gennaio 2011, a seguito delle proteste e degli attacchi di Anonymous, il governo di Ben Ali viene rovesciato.




Un’altra importante operazione di Anonymous è quella condotta contro il Vaticano.
Il 7 marzo del 2012 il sito del Vaticano risulta inagibile, e torna accessibile solo dopo due giorni.
Anonymous rivendica l’attacco rilasciando una comunicazione dove denuncia la Chiesa di “attività di censura e di anti-progresso nei confronti della medicina“.
Il 12 marzo il sito viene bloccato di nuovo, insieme a Radio Vaticana. In questo caso l’accusa è di utilizzare ripetitori con potenze di trasmissione fuori dai limiti di legge, che causando gravi malattie come leucemia e cancro.
Dopo pochi giorni Anonymous blocca nuovamente il sito, questa volta come segno di protesta verso l’omertà della Chiesa nel denunciare casi di pedofilia.

Recentemente, nel 2020, Anonymous si è schierato contro il revenge porn su Telegram, promettendo vendetta alle vittime.

La guerra informatica tra Russia e Ucraina

Negli ultimi giorni, in relazione al conflitto tra Russia e Ucraina, Anonymous torna a far parlare di sè.
Poche ore dopo l’ingresso delle truppe russe in Ucraina, gli hacker annunciano di essere pronti ad attaccare.

Mettetevi nei panni degli ucraini che vengono bombardati in questo momento. Insieme possiamo cambiare il mondo, possiamo resistere a qualsiasi cosa. È tempo che il popolo russo si unisca e dica no alla guerra di Vladimir Putin. Siamo Anonymous. Siamo una legione. Aspettaci

In seguito, lanciano un appello per richiamare altri pirati informatici.

Hacker di tutto il mondo: prendete di mira la Russia nel nome di Anonymous. Fategli sapere che non perdoniamo e non dimentichiamo

In poche ore, gli hacktivisti penetrano il sito del Ministero della Difesa russo, diffondendo sul web nomi, email e numeri di telefono dei ministri.
Nel tentativo di abbattere la censura, bloccano i siti governativi distribuendo ai cittadini le informazioni. Prendono poi il controllo della rete televisiva russa, mandando in onda canzoni ucraine e video di guerra.
Per rallentare l’avanzata degli invasori, bloccano le reti ferroviarie che collegano Russia e Ucraina. Hackerano persino il sito dell’agenzia spaziale russa.

Ma non si fermano qui.
Hackerano il sito di controllo del gas russo, alzando la pressione fin quasi a far scoppiare un incendio.
Infine, rendono inaccessibili circa 300 siti di compagnie, banche e media statali russi. Tra questi, il colosso Gazprom e l’agenzia di stampa Tass.

Secondo quanto dichiarato da Anonymous, l’obiettivo è quello di contrastare la censura. L’intenzione è di fornire pacchetti di assistenza agli ucraini e mantenere i canali comunicativi aperti. Ma anche fornire maggiori informazioni al popolo russo, che si oppone alle azioni di Putin.

Giulia Calvani

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