Il leader della Lega Matteo Salvini, in sede di festa, a Pinzolo, è tornato sull’idea: “Reintrodurre il servizio militare, magari su base regionale, si può fare“. E ha poi continuato: “Il servizio militare nel nostro Paese non è stato annullato, è solo per legge temporaneamente sospeso, il che vuol dire che domani, volendo, sistemi qualche caserma, magari senza mandare quello di Trento a Catania e quello di Catania a Trento. Magari facendo un servizio militare o civile su base regionale con nozioni di protezione civile di pronto soccorso, di pronto intervento, di tutela dei boschi, sarebbe un anno ben speso per questi ragazzi e ragazze“.
Come commentare il piano, già proposto e riproposto, dell’ex ministro dell’interno? Sviscerandolo con il paragone espresso in titolo. La comparazione estremizza: ai poli due condotte opposte, ma due modi similmente efficaci per consumare “atipicamente” dodici mesi di vita.
Anno militare o anno sabbatico: disciplina o libertà?
Un anno “militare” è un periodo passato nel dispiacevole non richiesto, sì forse “educativo”, sì forse poco “utile” . Un anno sabbatico, diversamente, è un lasso temporale trascorso nel piacevole richiesto, sì forse “diseducativo”, sì forse utilmente “divertente” e “ricreativo”. Entrambe le esperienze risulterebbero comunque, nella maggioranza dei casi, in intoppi alla vita; in tappe superflue o, peggio, marce, del percorso. Per questo sono sconvenienti, per questo sono da scegliere solo in mancanza di un’alternativa migliore o da adottare per l’obbligo di una regola amministrativa.
Riguardo la proposta sulla leva: se non costasse tempo, sarebbe una discreta idea; se non richiedesse investimenti, l’idea sarebbe ottima, e se non fosse scombussolante, magnifica. In contesto o fuori contesto che sia, la volontà di disciplinare le nuove generazioni potrebbe considerarsi apprezzabile. Avvezzare i giovani alla fatica e al rispetto dei canoni rigidi di un sistema rude è destro, condivisibile, coerente nel pensiero di Salvini.
Conclusioni
È legittimo (per lo scrivente giusto) ricercare la felicità e la leggerezza di una pausa. Ma è scorretto, per la caratura viziosa, per l’inerzia affermata, per l’improduttività protratta, dedicarsi quattro stagioni di puro svago.
È legittimo (per lo scrivente giusto) voler consegnare ai ragazzi presenti un po’ di forma mentis d’antan. Ma è impensabile, per il periodo storico, per i dispendi economici derivabili, per la limitazione delle scelte da costringere, usare il tramite della leva militare. Sperabile ma irraggiungibile il fine, almeno con questi mezzi.
Non c’è una scelta vincente sull’altra. Non una preferibile, neanche una vantaggiosa. Ambedue propongono più contro che pro. Bocciata l’avanzata di Salvini. Bocciato qualsiasi programma che induca i maggiorenni e gli ultra maggiorenni ad esaurire il loro tempo inadeguatamente.
Gabriele Nostro