Anniversario dello Stato unitario italiano: 17 marzo 1861

Anniversario dello Stato unitario italiano

Oggi, 17 marzo, celebriamo il famoso Anniversario dello Stato unitario italiano. Una ricorrenza che assume un valore ancora più profondo in un momento storico complesso come quello attuale, dove riscoprire le radici e i valori che ci accomunano diventa fondamentale.

Unità d’Italia: il ricordo di un lungo cammino

La data del 17 marzo evoca la proclamazione del Regno d’Italia nel 1861, coronamento di un lungo e faticoso processo di unificazione. Un percorso segnato da sacrifici, eroismi e momenti di grande tensione, che ha plasmato la nazione che conosciamo oggi. Celebrare l’Unità d’Italia significa onorare la memoria di quanti hanno combattuto per la libertà e l’indipendenza, e riaffermare l’importanza di un Paese coeso e solidale.

La Costituzione: baluardo di diritti e doveri

Entrata in vigore il 1° gennaio 1948, la Costituzione italiana rappresenta la Carta fondamentale dei diritti e dei doveri dei cittadini. Un documento che racchiude i principi cardine della Repubblica Italiana, fondata sui valori di democrazia, antifascismo, uguaglianza e solidarietà. La Costituzione è un baluardo contro ogni forma di ingiustizia e discriminazione, e il suo rispetto è imprescindibile per la costruzione di una società giusta e prospera.

Il 17 marzo del 1861, a Torino, fu proclamata l’Unità nazionale. Attraverso le seguenti parole – presenti all’interno del testo della legge n. 4671 del Regno di Sardegna –  venne annunciata la nascita del Regno d’Italia.

«Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue. Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d’Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861».

Inno e Bandiera: simboli di appartenenza

L’Inno di Mameli e il Tricolore rappresentano l’anima dell’Italia, simboli che evocano un senso di appartenenza e identità comune. L’Inno, con le sue note solenni e i suoi versi evocativi, esalta i valori di patriottismo, fratellanza e libertà. La Bandiera, con i suoi colori carichi di significato, sventola come emblema di unità e coesione nazionale.



Un impegno per il futuro

Nel celebrare questa ricorrenza, la Presidente Meloni sottolinea l’importanza di “coltivare la memoria e il senso di appartenenza”, per costruire un futuro migliore per l’Italia. Un impegno che richiede il contributo di tutti, cittadini e istituzioni, per rafforzare i valori di unità, solidarietà e rispetto che sono alla base della nostra nazione.

Oltre alle celebrazioni ufficiali, il 17 Marzo è un’occasione per riflettere sul significato profondo di questa ricorrenza. Un invito a riscoprire le nostre radici, ad alimentare il senso di appartenenza e a rinnovare l’impegno per costruire un’Italia più unita, giusta e prospera. Inoltre, ha anche l’obiettivo di ricordare a tutti noi i valori fondamentali per l’Italia come: l’Identità Nazionale, la cittadinanza attiva e la memoria civica.

Quest’anno, non sono mancate le parole a riguardo della premier Giorgia Meloni, la quale ha scritto sul suo profilo di Twitter:

«Oggi 17 marzo celebriamo il Giorno dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera, fondamenta della nostra identità nazionale. Un giorno per rinnovare il nostro impegno verso un’Italia sempre più unita, per guardare al futuro con fiducia, consapevoli che insieme possiamo superare qualsiasi sfida e liberare le migliori energie della nostra Nazione. Viva l’Italia unita, forte e fiera!».

La giornata del 17 Marzo si conclude con l’alzabandiera e la lettura della Costituzione in tutte le piazze d’Italia. Un momento di grande significato e di grande valore per rinsaldare il legame tra i cittadini e lo Stato, e per riaffermare con forza l’orgoglio di essere italiani e fratelli, sebbene, spesso ce ne dimentichiamo.

Patricia Iori

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