“Chiamatemi Anna” è la nuova serie su Netflix!

Fonte. http://www.filmpertutti.black/wp-content/uploads/2017/05/Chiamatemi-Anna-Anne-img.jpg

“ANNA DAI CAPELLI ROSSI” DIVENTA UNA RAGAZZINA VERA:  NON PIÙ “SOLO” UN CARTONE ANIMATO, ANNA SHIRLEY, RITORNA NELLA SERIE “CHIAMATEMI ANNA”, DISPONIBILE ON DEMAND SU NETFLIX

Anna Shirley, il meraviglioso personaggio dell’anime tratto dalla penna della scrittrice Lucy Maud Montgomery, e approdato in Italia sul finire degli anni ’90, torna a rivivere.

Da ieri, 12 maggio, la prima stagione di “Chiamatemi Anna” è visibile su Netflix.

Evitando di fare spoiler, anche se in questo caso sfonderei una parta già spalancata (perché tutti conoscono la storia), questa versione live-action di “Anna dai capelli rossi” restituisce vigore e forza ad un’anime “colpevole” di aver fatto entrare nel nostro  gergo espressioni come “il lago dalle acque splendenti”, “la casa dal tetto verde”, “la principessa Cordelia”.

QUEL MINIMO DI TRAMA CHE SERVE PER CAPIRE

Orfana di genitori, Anna Shirley è figlia di nessuno: bistrattata tra l’orfanotrofio e le discutibili famiglie di turno, questa ragazzina conosce un’esistenza dura, che non pare destinata a miglioramento. Eppure il desiderio più grande di Anna è proprio quello di trovare una vera casa e qualcuno che possa amarla. E per un fortunato errore (che la serie spiegherà) l’isola felice di questa ragazzina si rivela essere la più improbabile delle famiglie: una vecchia coppia di fratelli. Lei, Marilla Cuthbert, donna dal carattere di generalessa inflessibile, ma dal cuore tenero; lui, Matthew Cuthbert, più pacifico e comprensivo, che si occupa della fattoria di Green Gables.

Mai sposati, mai viaggiato, i due sono statuine di cera che conoscono palmo a palmo la blanda monotonia della città canadese di Avonlea, dove vivono da sempre.

Ma, come in ogni storia avvincente che si rispetti, le loro vite quatte e solitarie stanno per essere stravolte. E l’elemento disturbante, l’uragano, si chiama Anna Shirley. Per l’esattezza, “Anne with an e” (che poi è il titolo della serie originale, in Italia tradotta in “Chiamatemi Anna”).

Chiacchierona fino al limite della sopportazione, straordinariamente intelligente, amante della lettura (tanto che cita Jane Eyre a manetta) e dotata di un immaginifico talento per plasmare la realtà nei modi più trasognati e originali, quando Anna irrompe nella beata noia dei Cuthbert è un’ospite inattesa e indesiderata; ma più passa il tempo, più Marilla e Matthew finiscono con l’innamorarsi di questa ragazzina loquace e complicata, capendo che quell’orfanella senza futuro, è l’antidoto alla loro solitudine.

UNA SERIE IN CONTINUITÀ CON L’ANIME, MA ANCHE PIÙ INNOVATIVA

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Sarà perché dietro la sceneggiatura della serie si trova la mente brillante di Moira Walley-Beckett, sceneggiatrice di “Breaking Bad”. Sarà per la scelta della giovanissima attrice AmyBeth McNulty, che non aveva bisogno di trucco e parrucco per diventare Anna, in quanto lo era già (citando la sigla del cartone, stessi capelli rossi “un cappello sulle ventitré, e due occhi limpidi e un mare di lentiggini”), ma “Chiamatemi Anna” non si limita a fare il karaoke di “Anna dai capelli rossi”, imitandolo senza aggiungere nulla.  La serie è, sì, un’alchimia ben riuscita tra il romanzo e l’anime, che mira – e questo è innegabile – a soddisfare la nostalgia dei passatisti, di chiunque vada d’accordo col ricordo romantico di quella tv dei ragazzi, fra gli anni ’80 e ’90, ma c’è dell’altro.

Se su modello del cartone animato, la serie ripropone atmosfere floreali, cieli aperti, e luoghi ben impiantati nell’immaginario collettivo, ha anche il merito di aver saputo restituire realismo al technicolor: è vera la casa dal tetto verde, come vere sono anche le praterie canadesi e i ruscelli; i campi e il ciliegio che sporge sulla camera di Anna, con i rami che entrano dalla finestra. Ma aldilà del tributo all’anime, lo svincolamento è presente nella modalità di trattazione dei temi. Questa è la vera innovazione.

LA MODERNITÀ DEI TEMI MESSI IN LUCE DALLA SERIE: ADOZIONE, DEPRESSIONE, IMMAGINAZIONE, ACCETTAZIONE, AMICIZIA, AMORE E FEMMINISMO

Il reboot mette in risalto il concetto moderno di adozione, intendendo la famiglia adottiva come un nucleo di perfetti estranei, che pur non conoscendosi fin dall’inizio, capiscono di appartenersi al di là del sangue e delle somiglianze. Scoprendo in effetti che un rapporto fondato su nessun appiglio, all’infuori dell’amore che lo ho creato, ha una sua forza, una sua verità incomprensibile per una famigliola che nasce già unita.

La fatica del ritrovarsi è alla base di “Chiamatemi Anna”, che rimarca il grande potere della scelta dei propri cari. E in questa luce va visto il legame tra Marilla, Anna e Matthew.

Inoltre, per la prima volta, vediamo i toni cupi della solitudine di Anna, e la sua crisi profonda quando, pur per poco tempo, viene cacciata dai Cuthbert. In lei si realizza la frustrazione della bambina rifiutata, che sogna ardentemente di appartenere a qualcuno.

Anna è stata abituata a sopravvivere, senza vivere. E per digerire il mondo che conosce, un mondo freddo, privo di calore si avvale della sua più grande forza: l’immaginazione.

Si vede brutta, goffa e strana, detesta le sue lentiggini, le trecce rosse e vorrebbe essere apprezzata dai compagni di scuola.

Attraverso gli occhi romantici e favolistici, questa ragazzina dai capelli fiammeggianti può fingere di essere una bella principessa in attesa di un cavaliere e qualunque catapecchia, o angheria da parte delle ragazze dell’orfanotrofio, appare sopportabile. Aggirabile addirittura. La serie, tuttavia, mostra anche l’effetto doping dell’immaginazione di Anna. La fantasia, oltre a un arricchimento della realtà, diviene non di rado un pericoloso mezzo di evasione, che a volte, come lo è per Water Mitty, che immagina le cose senza agire perché accadano (o, per estensione, per qualunque ragazzino chiuso in casa davanti al pc e attratto dal mondo virtuale più che da quello reale).

IL CORAGGIO DI ACCETTARSI E FARE DELLA PROPRIA DIVERSITÀ, NON UN OSTACOLO, MA UNA RICCHEZZA

Per i compagni di scuola, Anna è bizzarra e troppo precoce, o matura, e quando cerca di omologarsi, viene smascherata, perché lei è “strana”. Diversa. La serie mostra i continui inciampi di questa ragazza, che dagli sbagli trae insegnamento, fino a capire che per essere accettata, amata, non deve modificare nulla di Anna Shirley. Anna va bene così com’è. E gli altri dovranno imparare ad apprezzarla di conseguenza.

Anna è speciale, intelligente, premurosa e vibrante di un coraggio che le altre ragazzine possono solo sognare. La serie è una preziosa trasposizione, con al centro il viaggio di una donna che impara ad essere se stessa. Anna riuscirà a tirar fuori il meglio di sé, ad affermare se stessa, e la sua storia, facendo della fantasia e della sua intelligenza una chiave per piegare il destino infame dell’orfanella e, infine, a vincerlo.

“Chiamatemi Anna” è una serie per tutti.

Ogni ragazza dovrebbe guardarla.

 

Chiara Fina

 

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