A quasi due mesi dall’esplosione di Beirut, le squadre di Animals Lebanon continuano a cercare per le strade di una città dilaniata, con la speranza di ritrovare gli amici a 4 zampe di chi ha già perso tutto.
A Beirut anche gli animali sono vittime dell’esplosione
Il 4 agosto 2020 la vita è cambiata per sempre, a Beirut. L’esplosione ha spazzato via la realtà di centinaia di migliaia di persone che hanno perso tutto. La furia devastatrice della nube rossa di nitrato di ammonio che ha ricoperto la città, ha lasciato dietro di sé una scia di macerie, vetri rotti e voragini di dolore. Un panorama apocalittico in cui il suono delle sirene si accompagna alle richieste di soccorso. Lì dove le lacrime e il sangue si impastano con la terra e il fango.
In seguito all’esplosione, il bilancio dei morti è salito a oltre 200, e quello dei feriti a 7.000. Si calcola che più di 300.000 persone siano rimaste senza casa.
Quel giorno di agosto è stato l’inizio di un incubo, non solo per migliaia di persone, ma anche per centinaia di animali domestici. Cani e gatti, terrorizzati, si sono dati alla fuga, correndo sui vetri e i calcinacci. Rimanendo intrappolati sui balconi, negli ascensori, incastrati sotto le auto ribaltate. O cadendo nei buchi dell’asfalto.
L’intervento di Animals Lebanon
Ma anche all’inferno ci sono degli angeli e a Beirut sono i membri di Animals Lebanon. L’associazione animalista membro dell’OIPA International da anni è leader in Libano nella lotta per la tutela degli animali. Il suo obiettivo è migliorare non solo le condizioni dei randagi di strada, ma anche delle specie selvatiche più a rischio.
Gli uffici dell’associazione sono stati duramente colpiti dall’esplosione. Come mostrano i filmati della videosorveglianza, alcuni degli animali ospiti sono stati feriti dai vetri delle finestre andate in frantumi. Ma i membri e i volontari non hanno perso tempo e già poche ore dopo l’esplosione erano in azione. Per le strade della capitale libanese vagavano animali terrorizzati, feriti, affamati, disidratati, tenuti in piedi da un unico desiderio: rivedere i loro padroni. “Abbiamo visto orrori”, dice Maggie Shaarawi, vicepresidente e cofondatrice di Animals Lebanon.
La mobilitazione è stata massiccia, così come la partecipazioni dei volontari, che in breve tempo sono diventati oltre 300, supportati da veterinari e infermieri. Nell’impossibilità di utilizzare gli spazi dell’associazione, sono sorti presidi in tutta la città. Mentre le pagine social e il sito web di Animals Lebanon, vengono costantemente aggiornati con le immagini degli animali salvati dal disastro e che aspettano i loro padroni.
Un percorso difficile
Le difficoltà sono numerose. “Animals Lebanon esiste da 12 anni…ma questa è la situazione più difficile che abbiamo mai dovuto affrontare” ha dichiarato Jason Mier, direttore dell’organizzazione. Gli animali traumatizzati spesso restano intrappolati in situazioni da cui è difficile salvarli, e ogni sconfitta pesa sulla coscienza dei volontari, sempre convinti che avrebbero potuto fare di più. E poi ci sono i volti distrutti di quelle persone i cui amici pelosi non si trovano e gli sguardi pieni di speranza di cani e gatti che aspettano l’arrivo di un padrone, che invece è stato portato via dall’esplosione.
Anche Massimo Comparotto, presidente dell’OIPA Italia, in un comunicato stampa, ha espresso il suo sostegno all’associazione libanese, riconoscendo la gravità della situazione e invitando tutti a sostenere l’iniziativa.
Animals Lebanon non si dà per vinta e continua a cercare
I volontari salvano animali dalle macerie, prestano cure veterinarie a quelli feriti e si occupano di quelli rimasti senza casa e senza padrone. Il loro scopo è quello di ridare uno scampolo di normalità a vite che di normale non hanno più nulla. Riportare un po’ di luce a chi si sente perso nel buio.
“È bello sapere che possiamo portare un po’ di gioia a persone che hanno perso quasi tutto. È per questo che ne vale la pena” dice Mier.
Non c’è niente di più commovente che vedere le immagini dell’incontro tra i proprietari e i loro amici a 4 zampe, che credevano non avrebbero mai più rivisto. È il primo passo per ricostruirsi una vita.
Dal giorno dell’esplosione gli sforzi di Animals Lebanon hanno raggiunto importanti traguardi. Più di 100 animali sono stati riuniti con i loro padroni e oltre 200 hanno ricevuto cure veterinarie. Numerosi sono i cani e i gatti che tuttora si trovano presso l’organizzazione. Sono in attesa che i loro proprietari li reclamino, o escano dagli ospedali per poterli riportare a casa, o che qualcuno li adotti perché a loro non è rimasto più nessuno.
L’associazione ha anche distribuito più di 5 tonnellate di cibo per animali a tutte quelle persone che, già stremate dalla crisi che attraversa il paese e dalla pandemia, in seguito all’esplosione hanno perso ogni mezzo di sostentamento.
Inoltre, Animals Lebanon sta organizzando l’adozione degli animali scampati al disastro fuori dal paese. Negli Stati Uniti per esempio, dove alcuni cani e gatti hanno già trovato nuove famiglie pronte ad accoglierli.
La strada è ancora lunga
La strada è sicuramente ancora lunga, ma Beirut, anche se in ginocchio, non si arrende. È una città che lotta a mani nude per ricucire una ferita ancora aperta e che probabilmente non smetterà mai di fare male.
“L’obiettivo è andare avanti”, dice Jason Mier, “So che stiamo facendo un buon lavoro, so che stiamo rendendo felici le persone”.
Camilla Aldini