L’angoscia dell’esclusione si combatte con la consapevolezza

Le persone che hanno livelli più elevati di consapevolezza sono meglio in grado di far fronte al dolore di essere respinti dagli altri. Questo secondo un nuovo studio condotto da un team della Virginia Commonwealth University.

Ha detto l’autrice principale Alexandra Martelli, dottoranda nel Dipartimento di Psicologia del College of Humanities and Sciences:

“Il rifiuto sociale può avere un numero di esiti negativi sia per la salute e il benessere della persona respinta, sia per le sue relazioni interpersonali. Pertanto è fondamentale che i ricercatori trovino modi adattivi per rispondere al rifiuto sociale, e la consapevolezza può essere una strategia efficace di regolazione delle emozioni.”

Lo studio sarà pubblicato sulla rivista Social Cognitive and Affective Neuroscience.

Esclusioni sociali e…palle virtuali!

I ricercatori di VCU, l’Università della California, Los Angeles e l’Università del Kentucky erano curiosi di scoprire se la consapevolezza potesse essere un cuscinetto contro l’angoscia e il dolore del rifiuto sociale.

Hanno condotto un esperimento in cui 40 studenti universitari hanno auto-riferito i loro livelli di consapevolezza; poi sono stati collocati in uno scanner fMRI. I ricercatori hanno osservato immagini in diretta dell’attività cerebrale dei partecipanti mentre giocavano a un gioco di lancio della palla virtuale. Essi giocavano con quelli che credevano essere altri due partner.

Per l’ultimo terzo del gioco, i partecipanti hanno smesso di ricevere lanci di palloni dagli altri giocatori, imitando le condizioni del rifiuto sociale.



Più consapevoli, meno angosciati

Dopo la sessione di scansione, i partecipanti sono stati intervistati sul loro livello di angoscia durante il gioco. I partecipanti con livelli più alti di consapevolezza hanno riportato meno angoscia dall’essere esclusi.

Il legame tra consapevolezza e riduzione del disagio sociale è stato rilevato anche nell’imaging cerebrale: i ricercatori hanno scoperto che era presente minore attivazione nella corteccia prefrontale ventrolaterale sinistra: essa è nota per favorire la regolazione inibitoria “top-down” di entrambe le forme fisiche e sociali di dolore.

Roberto Bovolenta

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