Angela Merkel rivela retroscena sulla sua lunga carriera politica e analizza le scelte chiave che hanno segnato la geopolitica internazionale. Nel suo nuovo libro di memorie, “Libertà”, l’ex cancelliera tedesca affronta temi come il conflitto russo-ucraino, il ruolo della Nato e i difficili rapporti con leader globali come Donald Trump. Con una prospettiva sincera e critica, Merkel racconta i momenti più complessi del suo mandato, offrendo una visione unica sulla politica internazionale.
L’ex cancelliera tedesca Angela Merkel torna al centro dell’attenzione con il suo nuovo libro di memorie, “Libertà”, che offre uno sguardo unico su alcune delle decisioni più critiche della sua lunga carriera politica. In uscita simultaneamente in 26 Paesi, il volume esplora questioni come il conflitto russo-ucraino, le sfide legate alla Nato e il difficile rapporto con leader mondiali, tra cui Donald Trump. Le anticipazioni pubblicate dalla stampa tedesca hanno già generato un vivace dibattito sull’eredità politica di una delle figure più influenti del panorama europeo contemporaneo.
Il vertice di Bucarest del 2008: una scelta difficile
Uno dei momenti più controversi del suo mandato è stato il vertice Nato di Bucarest del 2008, in cui Merkel si oppose fermamente all’ingresso immediato di Ucraina e Georgia nell’Alleanza Atlantica. La sua posizione, condivisa dal presidente francese Nicolas Sarkozy, si contrapponeva alla linea americana, sostenuta con forza dall’allora presidente George W. Bush e dalla sua segretaria di Stato, Condoleezza Rice.
Merkel spiega nel libro di aver considerato “illusorio” pensare che lo status di candidato alla Nato potesse dissuadere Vladimir Putin da un’eventuale aggressione. Secondo l’ex cancelliera, accogliere nuovi membri nell’Alleanza avrebbe dovuto garantire non solo maggiore sicurezza agli stati candidati, ma anche all’intera Nato, un equilibrio che riteneva difficile da raggiungere in quel contesto.
Una delle sue preoccupazioni principali riguardava la Crimea, territorio ucraino con una forte presenza militare russa. “Una simile combinazione non si era mai verificata prima nei paesi candidati alla Nato”, scrive Merkel. Inoltre, sottolinea come, all’epoca, solo una minoranza della popolazione ucraina supportasse l’adesione del Paese all’Alleanza.
Merkel critica apertamente la decisione presa al vertice: promettere un futuro ingresso di Ucraina e Georgia senza concedere loro lo status di candidati immediati. Questo compromesso, agli occhi di Putin, apparve come una provocazione: “Il fatto che la Nato abbia offerto loro la prospettiva di un impegno generale per l’adesione è stato, per Putin, un sì all’adesione alla Nato per entrambi i Paesi, una dichiarazione di guerra”. Secondo Merkel, questa mediazione aggravò ulteriormente la posizione occidentale, alimentando le tensioni tra Mosca e l’Occidente.
I retroscena del rapporto con Donald Trump
Angela Merkel rivela retroscena anche sul suo rapporto con Donald Trump, con cui si trovò a collaborare durante gli ultimi anni della sua cancellieria. In una delle parti più discusse delle memorie, racconta di aver chiesto consiglio a Papa Francesco su come gestire le divergenze con il presidente americano. La risposta del pontefice fu tanto metaforica quanto incisiva: “Piegare, piegare, piegare, ma senza spezzarsi”.
Merkel descrive Trump come un leader spesso guidato dalle emozioni e attratto da figure autocratiche. Racconta che, durante il loro primo incontro nel 2017 nello Studio Ovale, il presidente americano le chiese del suo rapporto con Vladimir Putin, dimostrando un forte interesse per il leader russo. “Sembrava affascinato dai politici con tratti autocratici e dittatoriali”, scrive Merkel, aggiungendo che Trump tendeva a trasformare ogni discussione in nuove critiche, piuttosto che cercare soluzioni.
Tra i principali punti di scontro vi furono le critiche di Trump alla politica tedesca sull’immigrazione, alla scarsa spesa militare e alle pratiche commerciali della Germania. In particolare, Trump definì la presenza di auto tedesche a New York una “spina nel fianco”. Merkel ricorda di aver cercato di difendere la sua posizione con dati e argomentazioni, ma di aver trovato un interlocutore poco disposto all’ascolto. “Risolvere i problemi non sembrava essere il suo obiettivo”, osserva l’ex cancelliera.
Un momento particolarmente delicato fu la decisione degli Stati Uniti, annunciata da Trump nel giugno 2017, di ritirarsi dall’accordo di Parigi sul clima. Merkel ricorda come la comunicazione arrivò attraverso una telefonata, infliggendo un duro colpo ai suoi sforzi per mettere il clima al centro delle priorità del G20. Questa decisione segnò per Merkel un punto di svolta, portandola a concludere che la cooperazione internazionale con Trump sarebbe stata estremamente complessa.
Una visione critica del passato e del futuro
Le memorie di Merkel offrono una prospettiva sincera e, a tratti, critica sulle decisioni che hanno segnato la politica internazionale degli ultimi due decenni. La sua capacità di analizzare gli errori e le scelte difficili rivela una figura consapevole delle complessità della geopolitica. Da un lato, difende le sue scelte, come l’opposizione all’ingresso immediato dell’Ucraina nella Nato; dall’altro, ammette che alcune decisioni hanno avuto conseguenze inattese e, in parte, drammatiche.
Il libro non si limita a rievocare il passato, ma solleva anche interrogativi sul futuro della diplomazia e sulla necessità di un approccio più unito e strategico da parte dell’Europa. La sua analisi del rapporto con Trump e Putin, così come le riflessioni sulla Nato e sul conflitto russo-ucraino, offrono spunti preziosi per comprendere le dinamiche globali e le sfide che attendono i leader internazionali.