Angela Merkel: da ragazzina dell’Est a leader senza tempo

Angela Merkel

È risaputo, Angela Merkel sta per concludere il suo ultimo mandato da cancelliera federale tedesca dopo ben 16 anni. Cosa farà dopo non è dato saperlo, ma una cosa è certa: la fine del suo cancellierato segna ufficialmente la fine di un’epoca.

Il suo successore sarà Olaf Scholz, leader della SPD, che ha ottenuto la vittoria alle elezioni per il Bundestag del 26 settembre scorso e che governerà con una coalizione semaforo (SPD-FPD-Verdi).

Dunque, prima di lasciarla definitivamente andare, può risultare interessante analizzare alcuni dei fattori che hanno contribuito a rendere Angela Merkel una leader indiscussa per quasi vent’anni.

L’ascesa politica

L’ascesa politica di Merkel è senz’altro peculiare. Cresciuta nella Germania dell’Est, è proprio lì che inizia la sua carriera. Nel 1989 diventa portavoce di Lothar de Maizière, primo ministro nonché leader della CDU della Germania Orientale.

All’indomani della caduta del muro di Berlino viene eletta al Bundestag durante le prime elezioni della Germania unificata. Entra a far parte del governo di Helmut Kohl, prima come ministra per le donne  e i giovani, poi come ministra dell’ambiente.

Angela Merkel non è ancora la leader che tutti conosciamo e, all’interno del partito, in molti la sottovalutano. «La ragazzina dell’Est», la chiamano.

Tuttavia, tra il 1998 e il 2000, Merkel assume prima la carica di segretaria generale della CDU e poi quella di presidente del partito, compiendo ciò che da molti viene definito un “parricidio politico”. Nel 1999, nel pieno di uno scandalo su presunti finanziamenti illeciti alla CDU, che coinvolge Kohl e altri esponenti di spicco del partito, Merkel è l’unica a prendere pubblicamente le distanze dal suo mentore, chiedendone le dimissioni da presidente onorario del partito.

Questo evento segna l’inizio della sua ascesa. Solo qualche mese più tardi infatti Angela Merkel giunge alla guida della CDU. Decide però di aspettare prima di lanciarsi nella corsa alla Cancelleria. Cosa che accade soltanto nel 2005, anno in cui il cancelliere Schröder scioglie anticipatamente il Bundestag e indice nuove elezioni.

La CDU ne esce vittoriosa  e Angela Merkel viene eletta cancelliera, diventando la prima donna ad assumere la guida della Germania. Una carica che mantiene per quattro mandati consecutivi, venendo riconfermata nel 2009, nel 2013 e ancora nel 2017.

Nel 2018, a seguito del disastroso risultato elettorale della CDU in Assia e in Baviera, Merkel annuncia il suo ritiro dalla politica a partire dal 2021.

Pragmatismo e razionalità sono i termini che descrivono meglio la leadership politica di Angela Merkel

La cancelliera non ha mai posizioni nette sui temi, ma è sempre volta alla ricerca del consenso e del compromesso. Lo scopo è  riuscire a giungere a una posizione comune sulle questioni affinché vengano condivise dai più. E se ciò vuol dire allungare i tempi delle decisioni, ben venga.

Il pragmatismo merkeliano prevede poi l’uso di un linguaggio vago e quanto più generico possibile, in modo da non farsi incastrare dalle sue stesse dichiarazioni qualora decidesse di modificare la sua posizione. E ciò le permette di non compromettere la sua immagine di fronte all’elettorato.

Nonostante il pragmatismo, tuttavia, la leadership di Angela Merkel si è imposta nel tempo come rassicurante, protettiva e materna nei confronti del popolo tedesco. Non è un caso se l’elettorato ha cominciato a definirla “Mutti”, ossia “mamma” della nazione. Tutto il contrario dell’immagine che si ha di lei al di fuori dei confini tedeschi, dove Merkel è invece considerata fredda, rigida e inflessibile.

Lo stile comunicativo

All’inizio della sua carriera, Angela Merkel si tiene ben lontana da quel tipo di politica mediatizzata e personalizzata che ha ormai preso il sopravvento. È presente solo nei telegiornali e mai nei programmi di infotainment.

Certo, anche la cancelliera negli ultimi anni si è fatta travolgere dal crescente processo di personalizzazione della politica. Basti pensare alle ultime campagne elettorali, costruite intorno alla sua figura con l’obiettivo di dare risalto alla sua leadership materna. Ma ciò anziché banalizzare la sua immagine, l’ha rafforzata.

Un aspetto rilevante è il fatto che Merkel sia riuscita a tenere la sua vita privata fuori dalla logica politica e mediatica.

Angela Merkel e la fine di un’epoca

Che piaccia o no, l’addio di Angela Merkel alla politica è stato un fulmine a ciel sereno, non solo per la Repubblica Federale Tedesca, ma per l’intera Unione Europea.

La cancelliera si porta dietro vittorie e sconfitte, successi ed errori. Nel corso degli anni si è evoluta, ha cambiato stile, ha modificato le sue posizioni. Fatto sta che quella “ragazzina dell’Est” è cresciuta, si è affermata e si è imposta come leader internazionale imponente, tanto da essere considerata per molto tempo la donna più potente al mondo.

E adesso che se ne va, la sua figura avrà eguali? Chissà.

Federica Fiorello

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