Non prendo mai posizione politica, perché non è il mio mestiere e, a differenza di tutti i super esperti che sui social si prodigano in mirabolanti analisi che nemmeno Machiavelli, preferisco parlare di cose che riguardano parole, cervello e cosucce simili (anche se alcuni maliziosi pensano che io me la prenda con i 5 Stelle, senza considerare che non ho mai commentato le scelte politiche del movimento, ma solo l’ignoranza bovina di alcuni dei suoi esponenti).
Preciso, comunque, non ho alcuna simpatia per
Salvini, sia per i suoi modi poco eleganti, sia per il tenore complessivo della sua strategia poco “umanitaria” e certamente poco furba, che lo porta
spesso a tirarsi la zappa sui piedi, come è successo ora
nella blastata più internazionale del pianeta, la storia della maglietta russa su cui tutti coloro che hanno propensione al linciaggio e alla presa per i fondelli si sono tuffati a capofitto.
Non ho trovato post, nemmeno uno, invece, su Andrey Kostin.
Chi è costui? Facile: il signore che vedete in foto è il banchiere di Putin (Presidente della banca VTB) e per Putin ne ha combinate talmente tante che in USA e in Canada non può nemmeno entrare. È un criminale, di quelli che muovono i soldi per fare quelle guerre che ammazzano donne e bambini. Una persona direttamente coinvolta nella guerra che stiamo vivendo oggi.
E che c’entra Andrey Kostin con Salvini? Niente.
C’entra con il nostro Ministro degli Esteri Luigi di Maio, però. Kostin, infatti, a dicembre 2021 (due mesi fa), è stato insignito di una importantissima onorificenza, ovvero “Commendatore dell’Ordine della Stella d’Italia”, una delle onorificenze concesse dal presidente della Repubblica a chi “abbia acquisito particolari benemerenze nella promozione dei rapporti di amicizia e di collaborazione tra l’Italia e gli altri Paesi e nella promozione dei legami con l’Italia”. Un’onorificenza davvero importantissima.
Come l’ha avuta? Semplice. L’ha avuta su proposta del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, gli è stata conferita a dicembre e poi è stata formalizzata con un Decreto del Presidente della Repubblica formalizzato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 gennaio scorso. Un mese e mezzo fa, quando la situazione ucraina era già bollente.
Avete letto bene? Il Ministro degli Esteri la propone per benemerenze nella promozione dei rapporti di amicizia e di collaborazione tra l’Italia e gli altri Paesi e nella promozione dei legami con l’Italia (che oggi è indicata come nemico della Russia). E il Presidente della Repubblica la approva.
Che ne dite, una maglietta di Putin vale un premio per meriti umanitari al banchiere della morte? E non parlo di Salvini e Di Maio, s’intenda: per me, son tutti e due della stessa pasta e di certo non me ne piace nessuno. Nessuno di loro vince nella pietosa gara verso il basso che pare stiano conducendo.
Parlo dei linciatori. Parlo di tutti quelli che si ciucciano come allocchi solo le notizie che fanno più click ai siti che le pubblicano e che invece di dedicare un paio d’ore, magari, come ho fatto oggi io, a studiarmi un po’ le relazioni italo – russe, fanno copia e incolla di un post che aizza, oppure scrivono la loro sentenza digitale fieri della loro dimostrazione di poca intelligenza (intesa come capacità di “inter legere”, s’intende) e sono contenti così, perché han fatto la loro parte.
Di Maio, se vi interessa qualcun altro da linciare, dal 2019 ha fatto ottenere ben 22 onorificenze a cittadini russi strettamente collegati con Putin e la sua politica, come al primo ministro della Federazione Russa Mikhail Mishustin, al ministro dell’Industria e Commercio Denis Manturov, al banchiere (appunto) Andrey Kostin (sottoposto a sanzioni da USA, Canada, Australia e Unione Europea), al viceministro dell’Industria e Commercio Viktor Evtukhov.
Che dite, un post su Di Maio che onora tutti questi personaggi amici di Putin, ci sta? O era troppa fatica andare a spulciarsi l’elenco delle onorificenze, o il sito della Gazzetta Ufficiale? Che dite, a proposito, una revoca delle onorificenze conferite a questi mercanti di morte la volete chiedere, o pretendete solo le dimissioni dei direttori di orchestra, perché ne avete letto su un post di Instagram dal vostro influencer preferito ed è roba più facile da condividere senza pensarci troppo?
La conoscenza rende liberi, è il mio motto. E per questo mi permetto una chiosa con toni paternalistici: invece di condividere e basta il post o la notizia che vi piace, andate a cercare oltre, e altro, che quel che ci mostrano i media non sempre è tutto quel che c’è da vedere.
Usate un po’ di più il cervello, insomma, che di gente che lo usa pochissimo ce n’è già abbastanza, e parecchia di quella gente adesso sta gestendo gli affari internazionali per conto nostro. Se non facciamo la differenza noi, se non apriamo gli occhi noi, continueranno a fot***ci come stan facendo adesso, e poi pure peggio.
Paolo Borzacchiello