Intervista a Andrea Villa, l’artista satirico minacciato da Forza Nuova

Andrea Villa, definito dai media come il Banksy torinese, è finito del mirino dei neofascisti di Forza Nuova.

La sua colpa? Aver usato il suo genio artistico per prendere una posizione contro il fascismo che, negli ultimi periodi, sembra essersi reincarnato nella veste di qualche vigliacco aggressivo e anacronistico. Sono quei fascisti che invocano la libertà di pensiero e mettono alla gogna, con la violenza, con le ronde, con metodi anti-democratici, chiunque non si allinei al loro pensiero politico. Sono quei fascisti che per crearsi il proprio carattere devono identificare continuamente dei nemici, per definire una brutale distinzione tra il loro e il noi: a volte sono i rom, altre volte sono gli oppositori politici, altre volte ancora gli immigrati. Questa volta è stato il turno del torinese Andrea Villa, che da anni affigge per le strade di Torino manifesti satirici, ironici, pungenti e assolutamente geniali. Noi ci siamo schierati dalla sua parte e abbiamo deciso di far sentire la sua voce, intervistandolo.



Chi è Andrea Villa e quando comincia a occuparsi di arte satirica?

Da 5 anni appendo a Torino mettendo alla berlina il mondo della politica assieme ai suoi personaggi e ai fenomeni sociali a loro connessi. In ogni singolo lavoro c’è un fotomontaggio, un remix di concetti e immagini che destruttura i significati, mischiando il colto con il trash, in una sorta di “street art” 2.0. Ho iniziato nel 2014 appendendo un grosso manifesto ispirato al quadro “Il quarto stato” di Pellizza da Volpedo, ma con al posto tutti i politici italiani.
Fonte immagine: Andrea Villa

Questo “detournement” di elementi estetici, per certi versi simile al Situazionismo degli anni Sessanta, utilizza il collage e il fotomontaggio di matrice dadaista come linguaggio globale e democratico ma al tempo stesso “alto”, citando in ciascuna opera elementi tratti dalla storia dell’arte. Il mio obbiettivo è creare delle opere che siano apprezzate anche da un pubblico non avezzo al mondo dell’ arte, e cercare di creare un linguaggio artistico “popolare”.

Da dove trai ispirazione per le tue opere?

Al contrario della digital art, che analizza solo le estetiche del mondo del web, io voglio analizzarne i meccanismi, e come le informazioni e i contenuti vengono stravolti dai media. Per questo la mia è un’ arte in progress, ovvero che vive sui social e non prettamente nell’oggetto artistico a se stante. Mi ispiro alle culture underground ovvero fumetti, meme e film, ma anche alla storia dell’arte e filosofia, mischiando cultura “alta” e “bassa”.

Cos’ha scatenato la reazione di Forza Nuova? Come hai reagito alle intimidazioni?




Fonte immagine: Andrea Villa

Ho affisso a Torino un manifesto con Mussolini interpretato da Guzzanti capovolto e la scritta “Non fare il salame, rifiuta il fascismo”, un manifesto che era un remake di uno molto simile che avevo affisso cinque anni prima. Qualche giorno più tardi, dopo essere finito su tutti i media nazionali online, un mio fan mi linka un post di Forza Nuova Torino. Non ho reagito alle intimidazioni, poiché penso sia un’azione che si commenta da sola. I neofascisti pensano che finendo sui media possano prendere voti, ma alle ultime elezioni, usando la stessa strategia, hanno preso lo 0,8%, quindi non penso sia un modo vincente di porsi. Dovrebbero proporre contenuti, invece di spaventare l’ elettorato comportandosi come vacche imbizzarrite ed insultando bambini rom. Salvini a modo suo qualche contenuto in più rispetto a loro l’ ha proposto, inoltre è più “moderato” come approccio, e quindi non spaventa l’ elettorato.

Qual è il grande messaggio che vuoi lanciare a chi si imbatte nelle tue opere?

Non voglio lanciare grandi messaggi, non credo di poter smuovere le coscienze, semplicemente se qualcosa mi rode lo tratto, cercando di dimostrare che l’ arte può essere attualità, popolare ed usufruibile da tutti. Infatti posso dire con orgoglio che il 90% dei miei fan non ha a che fare con il mondo dell’arte contemporanea. Paradossalmente però, il mondo dell’arte si sta lentamente interessando ai miei lavori. Non penso quindi che il mondo artistico sia così insensibile a certe visioni, come invece ho sentito dire da alcuni addetti del settore che conosco. Non fermatevi mai agli stereotipi! 
Ilaria Genovese
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