Andrea Camilleri: sentire la vita anche su un’isola deserta

Andrea Camilleri

Andrea Camilleri una volta ha raccontato di come sarebbe stare su un’isola deserta.

“Finire su un’isola deserta non mi piacerebbe per niente. A me piace sentire la vita… In un’isola deserta neanche a peso d’oro”. Sentire la vita. Che bella questa frase. Sentirla come la sentiva lui poi, magnifico.

Un’altra volta ha raccontato che per sfuggire a dei ragazzi rumorosi, era andato sul Monte Amiata, in una casa, a lavorare tranquillo. Anche lì non sentiva la vita, così è tornato a Roma di fretta. Troppo silenzio. Non era riuscito a scrivere neanche mezza riga.




Sentire la vita col suo rumore

Andrea Camilleri il rumore della vita lo aveva dentro e c’era in tutto quello che scriveva.
Vita tutto intorno a lui, vita tutta dentro di lui. Entrambe crescevano ma in maniera diversa, quella dentro di lui era vita agitata, che scalpitava di esser vissuta, di scrivere, di esser vivo e godere delle cose semplici. Le più belle.
Diceva sempre di non saper inventare nulla, e poi scriveva e inventava. La fantasia, come la vita, gli cresceva dentro.

Umanità

Quello che è successo alla triste scomparsa di Camilleri, è solo un moto di umanità, una umanità particolare come quella che aveva lui. Una figura che era diventata familiare ed era entrata nelle nostre case, ci teneva compagnia, ci rassicurava. Una umanità grande, larga, capace di accogliere proprio tutti e farci sentire parte di qualcosa. Qualcosa di bello, leggero ma importante.
Camilleri non ha mai diviso il pubblico in grandi proporzioni, neanche quando ha fatto forti affermazioni politiche. Come se per lui venissero fatte delle eccezioni, degli sconti. Come se fosse prima uomo, poi scrittore ,narratore e professionista. Come se tutti lo conoscessimo almeno un po’.

Un puzzle perfetto

Sì. Un puzzle perfetto che teneva uniti gli italiani. Pagine, specie in Montalbano, che conservano il divertimento, l’ironia, la leggerezza dell’investigazione. La lingua, le parole ferme nel tempo. Una figura e una autorità- perché lo era- che proviene proprio da quella gioia vitale, da quella totale fedeltà, da quell’attaccamento alla vita. Con tutte le contraddizioni annesse, i vizi –troppe sigarette-i drammi, i piaceri e la difficoltà e la gioia di raccontarli.
Abbiamo perso un pezzetto di noi, abbiamo smarrito un pezzetto di puzzle.

 

Mariafrancesca Perna

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