Oggi quello straordinario tenore che è Andrea Bocelli è intervenuto durante un convegno a Roma e ha detto di essersi sentito “umiliato e offeso dal lockdown”.
Ha definito quella del coronavirus solo una “cosiddetta” Pandemia e ha detto che, siccome nessun suo conoscente è finito in terapia intensiva, allora evidentemente la cosa non poi così grave.
Quindi ha definito uno scandalo l’idea che i nostri figli debbano tornare a scuola con il plexiglas, nonostante non sia mai esistito alcun provvedimento che preveda l’uso del plexiglas a scuola.
Uno dice: come fa una persona della sensibilità di Andrea Bocelli a diventare voce del complottismo e del negazionismo più basso e irrispettoso?
Perché sì, negare la morte atroce di 35mila italiani e di mezzo milione di esseri umani nel mondo, negare i lutti, i milioni di contagiati, la sofferenza delle famiglie, quella di chi è sopravvissuto ma ha patito l’inferno, negare il dolore di migliaia di medici e infermieri è negazionismo.
E poi vedi chi sono gli altri ospiti, e forse una risposta te la dai.
Tra loro c’è Matteo Salvini.
Matteo Salvini, giusto per ricordarlo, è quello che il 20 marzo, quando il lockdown era già in vigore da 10 giorni, protestava perché non era abbastanza.
“È il momento di chiudere tutto – tuonava – ma per davvero. Quando c’è di mezzo la vita e la salute degli italiani non si può scherzare, non ci sono mezze misure, non si può perdere tempo. Il governo lo imponga”.
Ebbene, per 20 minuti Matteo Salvini è intervenuto in quel convegno come se lui non avesse mai detto nulla del genere. Come se fosse del tutto estraneo.
Per 20 minuti ha parlato di libertà negate, ha preso in giro una signora che ha fatto il bagno con la mascherina (senza chiedersi se magari la signora è immunodepressa, cardiopatica grave, o altro).
Ha detto che salutarsi col gomito è la fine della specie umana, che lui si vanta di stringere mani. E ha detto, con l’arma retorica delle “coincidenze”, che la Cina l’ha fatta a posta a infettarsi, così da spargere poi il virus nel mondo e uscirne lei per prima.
Ecco, ascolti tutto questo, e capisci come anche una persona sensibile come Bocelli finisca per credere al negazionismo più infame.
Peccato.
Spero solo che se fra qualche mese, dio non voglia, una nuova ondata dovesse arrivare, almeno stavolta, saremo capaci di ricordare le parole dell’uomo che ha trasformato mezza Italia in un gregge di complottisti senza memoria.
Ma so di essere solo un illuso.
Emilio Mola