Amsterdam ed il turismo di massa, il comune prende provvedimenti

Amsterdam è soggetta ad un grandissimo flusso di turisti ogni anno.

La capitale olandese propone ai visitatori non solo una ricca offerta culturale come il museo di Madame Tussauds, il Rijksmuseum o lo stesso centro storico che ha reso Amsterdam una delle città europee più riconoscibili e visitate.

Amsterdam attira molti turisti anche, e spesso esclusivamente, per i quartieri a luci rosse ed i coffee shop. L’attrazione che esercitano questi due elementi ha fatto sì che nascessero sempre più tour guidati nella zona dove sono concentrate le attività dei sex workers. A questo si aggiunge una sempre maggiore accessibilità economica ai viaggi all’estero, fenomeno agevolato da servizi come Airbnb o Ryanair.

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La “Ronda di notte” di Rembrandt è uno dei dipinti più famosi esposti al Rijksmuseum di Amsterdam.

L’unione di tutti questi fattori ha portato Amsterdam ad una situazione al limite: infatti la capitale olandese conta poco più di 850.000 abitanti, mentre il flusso turistico raggiunge più di quattro milioni e mezzo di visitatori all’anno. Tale cifra, secondo le stime della sindaca Femke Halsema non farà che aumentare in modo esponenziale nei prossimi anni.

La situazione è tanto grave che si è deciso di prendere dei seri provvedimenti. Innanzitutto, le comitive turistiche verranno ridotte di numero e le guide dovranno avere un permesso del comune e sottoporsi a dei controlli. Inoltre, non meno importante, i gruppi di turisti dovranno rispettare un rigido codice di comportamento.

Infine, nelle serate più affollate le strade verranno chiuse e i flussi di visitatori dirottati in altre parti della città per permettere il servizio di pulizia delle vie.

 

Prostituzione come attrazione turistica? Il no di Udo Kock

Il problema del turismo ad Amsterdam tuttavia riguarda soprattutto il quartiere a luci rosse, la meta principale degli innumerevoli tour guidati nella città. Infatti i sex workers si sono lamentati della natura poco rispettosa di questi giri turistici, che causerebbero anche dei danni economici non indifferenti. Tra le soluzioni proposte dal consiglio comunale vi è stata quella di spostare il quartiere in un’altra zona di Amsterdam: in questa situazione è bene tenere a mente che in questa zona è altamente probabile che avvengano casi di sfruttamento e schiavitù sessuale di esseri umani, poiché le autorità non riescono a controllarla a dovere.

Tra le voci contrarie ai tour nell’Amsterdam “hard” vi è il vicesindaco Udo Kock, che ha definito inaccettabile il fatto la prostituzione possa essere considerata ancora oggi un’attrazione turistica.




La risposta di Amsterdam al problema del turismo di massa differisce molto da quella proposta da Venezia, che ha preferito imporre un “biglietto d’ingresso” alla città. Una soluzione che ha fatto emergere molte perplessità, soprattutto in merito alle presunte iniquità e inefficacia di tale provvedimento. In effetti, non si capisce perché un biglietto d’ingresso dovrebbe far desistere i turisti dal comportarsi in modo inadeguato e irrispettoso verso la città, a meno che non si pensi che solo i turisti meno abbienti siano i più maleducati.

Il turismo di massa, detto anche turismo “mordi-e-fuggi” sta apportando dei gravi cambiamenti sul paesaggio urbano, favorendo la proliferazione di esercizi commerciali di scarsa qualità, omologati e diretti esclusivamente a soddisfare le esigenze dei turisti di passaggio, a scapito di botteghe storiche e servizi diretti ai bisogni degli abitanti.

Barbara Milano.

 

 

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