Il genocidio a Gaza: un rapporto che scuote la comunità internazionale
Amnesty International ha pubblicato un rapporto in cui accusa Israele di aver commesso genocidio contro i palestinesi nella Striscia di Gaza dall’inizio del conflitto con Hamas, scatenato dagli attacchi del 7 ottobre 2023. Il documento sul genocidio a Gaza si basa su mesi di ricerche sul campo, analisi di immagini satellitari e interviste a centinaia di testimoni e operatori.
La segretaria generale di Amnesty, Agnès Callamard, ha definito questa condotta come una strategia deliberata per distruggere il popolo palestinese, sostenendo che il conflitto ha portato al collasso di infrastrutture vitali e creato condizioni di vita insopportabili.
Devastazione e condizioni di vita insostenibili
Il rapporto sul genocidio a Gaza documenta il collasso dei sistemi idrico, alimentare e sanitario a Gaza, con la popolazione esposta a malnutrizione, carestia e malattie. Queste condizioni sono descritte come una “morte lenta e calcolata”, in linea con la definizione di genocidio secondo la Convenzione ONU del 1948.
Amnesty International evidenzia che molte aree considerate sicure sono state comunque bombardate, e che la distruzione di infrastrutture essenziali, come ospedali e scuole, è stata sistematica.
Dati agghiaccianti sulle vittime civili
Secondo il Ministero della Sanità di Hamas, ritenuto credibile dall’ONU, almeno 44.532 persone sono morte dall’inizio del conflitto, in gran parte civili. Amnesty ha analizzato 15 attacchi aerei specifici tra ottobre 2023 e aprile 2024, che hanno causato centinaia di vittime, inclusi 141 bambini. L’ONG sostiene di non aver trovato prove che questi bombardamenti fossero diretti contro obiettivi militari, contrariamente a quanto dichiarato da Israele.
Dichiarazioni e responsabilità internazionali
Le accuse contro Israele
Il rapporto sul genocidio a Gaza sostiene che Israele abbia agito con intenti genocidari, basandosi su oltre 100 dichiarazioni di politici e militari israeliani che avrebbero disumanizzato i palestinesi e giustificato atti genocidiari.
Ad esempio, il presidente Isaac Herzog aveva dichiarato che “un’intera nazione è responsabile” degli attacchi di Hamas, mentre il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva promesso di ridurre Gaza “in macerie”. Queste affermazioni sono state però respinte da Israele come estrapolate dal contesto e rivolte unicamente ai miliziani di Hamas.
Il rischio di complicità internazionale
Amnesty International ha criticato duramente gli Stati che forniscono armi a Israele, accusandoli di violare gli obblighi di prevenzione del genocidio e di rischiare di diventarne complici. L’ONG invita la comunità internazionale a prendere posizione, sottolineando che questo genocidio deve essere fermato immediatamente per evitare ulteriori perdite umane e sofferenze.
La risposta di Israele all’accusa di genocidio a Gaza
Smentite e accuse di parzialità
Israele ha respinto con forza le accuse contenute nel rapporto, definendolo “fabbricato” e “completamente falso”. Il ministero degli Esteri israeliano ha accusato Amnesty International di faziosità e ha ribadito che le sue azioni militari sono volte a neutralizzare Hamas, non a colpire deliberatamente i civili.
Iniziative legali in corso
Israele e il suo Presidente è attualmente sotto accusa presso la Corte internazionale di giustizia e la Corte penale internazionale per presunti crimini di guerra e genocidio. Sebbene non siano ancora state emesse sentenze definitive, le accuse sono state giudicate “plausibili” dai giudici internazionali.
Un altro importante riconoscimento tra l’indifferenza occidentale
Il rapporto di Amnesty International sul corrente genocidio a Gaza rappresenta un monito urgente per la comunità internazionale, ma anche un passo in avanti verso il popolo palestinese e la strage umanitaria in corso. Le accuse di genocidio sollevano interrogativi cruciali sul rispetto del diritto internazionale e sulla responsabilità degli attori coinvolti.
Mentre le tensioni restano altissime, la guerra a Gaza continua a mietere vittime e a mettere in discussione i valori fondamentali della giustizia globale. Il popolo palestinese è completamente solo, non da mesi ma da anni, in balia delle volontà israeliane: riconoscere che Israele pretenda ogni sua richiesta per la “pace”, significa comprendere che richiede la totale rinuncia della lotta palestinese per la liberazione.
Al fianco della guerra genocidiaria e criminale di Netanyahu, il diritto e la comunità internazionale lascia il popolo palestinese, ancora una volta, da solo: negare il genocidio a Gaza in corso, non solo da parte israeliana ma anche occidentale, significa negare il popolo palestinese, la Terra di Palestina e il suo diritto ad autodeterminarsi e diventare Stato indipendente.