Harvey Fierstein con il film Amici, complici, amanti – Torch Song Trilogy – è riuscito a conquistare il cuore di tanti. Harvey ha iniziato la sua carriera nel mondo dello spettacolo a 15 anni. Nel 1970 si esibisce come drag queen in piccole produzioni e nei locali di Manhattan. Fa tesoro della sua esperienza e rielabora il tutto scrivendo una sceneggiatura che lo vedrà sul palcoscenico per ben 1222 volte. Nel 1983 riceve due Tony Award – come miglior attore e miglior autore – per Torch Song Trilogy. Il testo gli porta molta fortuna e nel 1988 veste nuovamente i panni di Arnold, diretto da Paul Bogart, per una versione cinematografica destinata a commuovere e divertire. All’infinito.
Amici, complici, amanti punta i fari sui lustrini e sulla vita dell’eccentrico Arnold, artista e drag queen. Arnold, smessi i panni della cantante triste, è un uomo in cerca dell’amore: quello vero. È ebreo, ha occhi romantici e malinconici e una grande carica di umorismo. Con l’ironia è capace di stemperare le mille delusioni: la mancata accettazione da parte di una madre che lo ama ma non lo comprende pienamente e una lunga lista di uomini incapaci di instaurare un rapporto duraturo. Finalmente sembra aver incontrato il tipo giusto, Ed. È bello, bellissimo, biondo, aitante… e bisessuale. La storia sembra concludersi in fretta: Ed vuole una vita “normale”, con una donna, vuole bene ad Arnold ma… non abbastanza. Virginia Ham – il nome d’arte di Arnold – torna a cantare tristi ballate, con voce rauca e baritonale. Beh, per poco! Virginia “la prosciuttona” incontra un altro bellissimo ragazzo, Alan. Il giovane modello perde la testa per Arnold, un uomo che ama i coniglietti di peluche e il fard.
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La storia potrebbe concludersi così, con un lieto fine… ma “Amici, complici, amanti” è un film sui rimpianti, il dolore, la perdita e la forza di spazzare via tutto ricordandosi una sola cosa importante: nessuno può giudicare le nostre scelte. E chi lo fa non merita il nostro amore.
Harvey Fierstein e Anne Bancroft – nei ruoli di figlio e madre – duellano a colpi di battute taglienti, ma sotto il peso delle loro parole giace solo la voglia di comprendersi e amarsi. Matthew Broderick e Brian Kerwin – gli amanti di Arnold – disegnano perfettamente la voglia d’amare e di essere amato del protagonista. Era il 1988 ma questo film è ancora attuale.
Perché il desiderio di essere capiti, accettati e amati appartiene ad Arnold e al suo alter ego Virginia… ma anche a tutti noi. Etero o gay, truccati o struccati, non ha importanza.
Luca Foglia Leveque