Amiche e amici da casa mi voglio rovinare
Andare da Vespa con un foglio e una penna sarebbe stato troppo palese – anche se il plagio non è più reato è pur sempre biasimevole – quindi Renzi – per la stagione delle minchiate in saldo – ha preferito far diventare l’assemblea del Pd una televendita: “ Amiche e amici da casa mi voglio rovinare. Offerta imperdibile : via Imu e Tasi dalla prima casa dal 2016 e a seguire taglio Irap e Ires e infine – per il grande botto delle elezioni del 2018 – taglio dell’Irpef sulle pensioni.”
In Italia quando di parla di abbassare le tasse sulla casa si fa sempre centro: siamo il paese con più immobili di proprietà, Berlusconi docet.
Così Renzi – da buon allievo e fingendo di non sapere che l’Imu si paga solo sulle case di lusso e seconde case – da vita a un nuovo – parole sue – “patto con gli italiani” senza dirci però dove prenderà i soldi. Esattamente come Silvio. Non c’è che dire … il ragazzo da soddisfazioni!
Ora una piccola digressione sulle assemblee del Pd che da un po’ ricordano le allegre rimpatriate protonazionaliste nella birreria Hofbräuhaus nel 1920: le assemblee di partito dovrebbero essere serie -vabbè non esageriamo – diciamo programmatiche va! Incentrate sul pluralismo delle voci, insomma democratiche … e non solo di nome; ma se di botto si trasformano nelle piazze di spaccio della megalomania demagogica di un populista sempre più berlusconizzato dobbiamo giungere alla conclusione che qualcosa non va! Quella non è più un’assemblea ma una campagna pubblicitaria, e Renzi dovrebbe prendere sul serio l’idea di affrontare un percorso di disintossicazione.
Tornando al taglio delle tasse annunciato per il prossimo triennio è inutile dire che ci stuzzicano i desiderata elencati da Renzi, ma nelle sue parole mancano sospettosamente i “come” e i “dove!”
Caro Matteo come e dove prenderai i soldi?
Escludendo a priori che la Merkel gli abbia concesso un bonus “lingua felpata”di circa 5 miliardi (tanto arriverebbe a costare solo il taglio delle imposte sulla casa) ci tocca fare due conti!
Partiamo dalla tanto sbandierata crescita.
Renzi vuole forse racimolare un gruzzoletto con le previsioni di crescita del Paese? A guardare i numeri tale ipotesi è piuttosto improbabile: infatti, nonostante l’infinitesima percentuale di crescita (circa lo 0,3%) , Il Fondo monetario frena le aspettative e prevede (forse è meglio dire auspica) una crescita nel 2016 del 1,2% rispetto allo 1,5% ipotizzato dalla Banca d’Italia.
Ma qualunque percentuale dello “zero virgola” non permetterebbe comunque allo stato di accumulare un risparmio tale da abbattere la pressione fiscale, e anche ammettendo il miracoloso germogliare di un tesoretto dovremmo sempre ricordare al Governo che – prima di abbassare le tasse – dovrebbe pagare i debiti contratti dalla pubblica amministrazione (circa 76,5 miliardi euro) nonché la “rivalutazione delle pensioni”, secondo sentenza della Corte Costituzionale, e la proroga della decontribuzione per il lavoro stabile ( appena 9 miliardi in tutto).
Forse Renzi vuole tagliare le tasse abbattendo la spesa pubblica? Anche qui troveremmo notevoli difficoltà di realizzazione.
La Spendig Review è in realtà una chimera; sia perché in Italia non se ne è mai realizzata una seria e sia perché dei tagli statali orizzontali ( a volte anche indiscriminati e applicati senza un criterio logico) porterebbero conseguentemente ad un aumento delle tassazioni a livello locale.
E a questo proposito possiamo fare un esempio tanto lampante quanto pertinente: se il Governo taglia la Tasi sulla prima casa, una delle voci di entrata più corpose per i comuni, questi ultimi si troverebbero costretti ad aumentare altre imposte per recuperare i soldi persi. Quindi la Tasi uscirebbe dalla porta per rientrare dalla finestra. Più che un taglio delle tasse sarebbe un gioco di prestigio (non certo una novità dalle nostre parti). Come non ricordare a tal guisa anche la “cosiddetta” abolizione delle provincie?
Allora dove si possono trovare i soldi per abbassare le tasse?
Un’altra ipotesi consisterebbe nel generare deficit sforando il tetto del 3% imposto dall’Europa. Ma è difficile che il fedelissimo Renzi arrivi ad inimicarsi la Germania e la Bce per tentare di soddisfare delle improbabili promesse elettorali. Sì, ogni tanto ne parla e dice di battere i pugni, ma tra il dire e il fare … .
Dunque i dubbi restano: va bene la televendita, vanno bene le offerte speciali che, in pieno stile berlusconiano, si tramuteranno in “pacchi”, ma i soldi … a Renzi … chi glieli dà? Questa domanda, non so perché, mi inquieta un po’!
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fonte foto: ilbuio.org
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