TARANTO – Il 28 aprile non è una giornata qualsiasi. E’ la data in cui si celebra la giornata mondiale delle vittime dell’amianto. L’evento vuole commemorare le migliaia di persone uccise dalla ”fibra killer”, spesso nell’indifferenza delle istituzioni e nell’impunità dei responsabili. La data del 28 aprile fu proposta nel 2005 dall’Associazione Brasiliana Esposti Amianto (ABREA) ed è stata quindi adottata dalla prima Conferenza europea sull’Amianto in occasione della Giornata Mondiale della Salute e della Sicurezza dei Luoghi di lavoro.
In una città come Taranto, questo giorno dovrebbe essere celebrato con maggiore interesse, partecipazione popolare e coinvolgimento emotivo. Eppure, in questa terra così sofferente dal punto di vista ambientale e sanitario, sembra esserci una specie di tabù nel trattare i drammi legati all’amianto, come se tutti quei morti e quei malati – molti dei quali in divisa (Marina Militare) o in tuta (Ilva) – non fossero mai esistiti o non fossero degni di coraggiose battaglie.
Un silenzio imbarazzante e un velo ipocrita – soprattutto nei confronti della Marina Militare – da squarciare via al più presto per lasciare posto alla conoscenza, alla giustizia e alla consapevolezza del problema in tutta la sua gravità. Aspetto che conoscono bene mogli, fratelli, figli delle vittime, spesso lasciati soli.
E’ il motivo per cui, oggi, abbiamo voluto sentire la voce di Paola Santospirito, coordinatrice del comitato Ona Taranto – Osservatorio Nazionale sull’Amianto, che da anni combatte, senza tregua, una battaglia contro le ingiustizie, anche come moglie di un uomo che si è ammalato lavorando a bordo di una nave della Marina Militare come elettricista.
«E’ estremamente importante fare chiarezza per aiutare i lavoratori esposti alle fibre di amianto, inalate o usate durante l’attività lavorativa in passato, attraverso la prevenzione con screening adeguati: tac HR, DLCO, spirometrie, radiografie del torace. Il tutto per migliorare la qualità della loro vita. Bisogna dare anche una maggiore visibilità all’argomento facendo delle campagne di informazione presso le scuole, parlando della nocività di questo materiale. Attualmente in Italia ci sono ben 300.000 siti da bonificare».
«Il 28 aprile 2017 si celebra la giornata mondiale per le vittime dell’amianto, a 25 anni dalla sua messa al bando con l’entrata in vigore della legge n. 257 del 27 marzo 1992, che in Italia ha stabilito il divieto all’estrazione, lavorazione e commercializzazione dei materiali di amianto e contenenti amianto. Noi ricorderemo le nostre vittime, tutti coloro che sono deceduti a causa della fibra killer».
«Attualmente i dati indicano 206 patologie asbesto-correlate, riferiti alla Marina militare e all’Arsenale di Taranto, ma questi dati continuano ad aumentare per la scoperta della malattia tra militari ed altri che sono deceduti. Si tratta sicuramente di una stima per difetto».
«Per i lavoratori civili che hanno l’assicurazione obbligatoria con l’Inail, dovrebbe provvedere l’ente assicurativo all’insorgere della malattia professionale. Per i militari, poiché l’assicurazione non è prevista, l’Inail si limita al riconoscimento soltanto di alcune categorie di personale militare».
«La non totale equiparazione tra le vittime del dovere. Il DDL n. 1715 che prevede la totale equiparazione è in discussione a livello governativo da 5 anni. Solo a gennaio 2017 c’è stato il riconoscimento per l’esenzione Irpef sulla pensione per le vittime del dovere come per le vittime del terrorismo. Infine, sussistono seri problemi circa il collocamento mirato per le assunzioni delle vittime del dovere, come prevedono la legge 407/98, la legge 68/99 – art.18 e la circolare del Dipartimento della Funzione Pubblica del Governo del 14 Novembre 2003 – n. 2. Purtroppo non vengono rispettate le assunzioni per tali categorie».