L’Ambulanza dei sogni esaudisce l’ultimo desiderio in Alto Adige

Da qualche settimana è attiva l’Ambulanza dei sogni in Alto Adige: cuore del progetto “Sogni e vai”, permetterà ai malati terminali di esaudire il loro ultimo desiderio.

L’iniziativa Wünschewagen è nata in Germania nel 2014 e l’Ambulanza dei sogni è arrivata in Alto Adige grazie alla collaborazione tra l’associazione provinciale di soccorso Croce Bianca e la Caritas diocesana.

Entrambe le organizzazioni si occupano di persone gravemente malate: la Croce Bianca gestisce il trasporto dei malati, mentre la Caritas offre un accompagnamento nell’ultima fase della vita.





Dall’unione delle esperienze delle due associazioni è nato il progetto “Sogni e vai”, che permetterà ai malati di ogni età di avere la possibilità di raggiungere gratuitamente i luoghi o le persone a cui vogliono dire addio.

ambulanza dei sogniReinhard Mahlknecht, responsabile dell’Ambulanza dei sogni, ha dichiarato:

“Siamo partiti da poche settimane e abbiamo ricevuto già numerose richieste, per alcune dobbiamo però attendere la bella stagione per poterle realizzare. […] C’è chi vuole tornare dove è nato e cresciuto, altri vogliono riabbracciare un parente che vive lontano.”.





Una delle prime persone a usufruire dell’Ambulanza dei sogni, è Suor Maria Cristina: la novantenne ha espresso il desiderio di riabbracciare la sorella, che vive in Austria in una casa di riposo; presto un’equipe, a bordo dell’ambulanza dalle ali blu dipinte sulle portiere, la accompagnerà in quest’ultimo viaggio.
Suor Maria Cristina, al centro con due consorelle e due volontari dell’ambulanza dei sogni. Fonte: Ansa

Al convento di Bolzano vi è grande entusiasmo rispetto all’iniziativa che ha coinvolto la consorella e Suor Theresia, madre superiore del monastero, ha detto con gratitudine:

“Noi non saremmo stati in grado di realizzare il sogno della nostra consorella”.





La salsedine del mare e la brezza sul viso per l’ultima volta, un abbraccio che dal passato si riannoda al presente regalando pace, l’imponenza di una montagna innevata a ricordare l’immensità e la bellezza della vita, l’odore della casa in cui si è cresciuti, … : qualunque sia l’ultimo desiderio di un malato terminale, la sua realizzazione è un immenso dono.

Secondo Erikson, uno degli autori più importanti in psicologia nell’ambito dello sviluppo della persona e della sua identità, se il sentimento di integrità e completezza è stato raggiunto da una persona alla fine della vita, diminuirà o scomparirà la paura della morte.

Offrire quindi ai malati terminali la possibilità di completare il proprio percorso, scegliendo dove e con chi passare la fine della propria vita, è un gesto di un’umanità commovente; umanità più che mai necessaria in questo periodo, in cui la vita e la morte perdono di valore nella strumentalizzazione politica e ideologica.

 

 Fadua Al Fagoush

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