Trento è la città italiana più virtuosa dal punto di vista ambientale. Il rapporto annuale di Ecosistema Urbano, realizzato da Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, premia il capoluogo trentino, che precede sul podio Mantova, al primo posto nel 2018. Bolzano si conferma in terza posizione, davanti a Pordenone e Parma.
LA RICERCA
L’indagine ha esaminato oltre 30 mila dati, valutati in base a 18 differenti parametri, attraverso i quali sono state esaminate le performance di tutti i 104 capoluoghi italiani. A premiare Trento, che lo scorso anno occupava la quarta posizione in questa speciale graduatoria, sono stati soprattutto i miglioramenti relativi alla qualità dell’aria, al trasporto pubblico e alla mobilità ciclabile. Dall’analisi emerge un paese che si muove in modo disomogeneo, con dati che non sempre possono essere interpretati alla luce delle tradizionali distinzioni tra nord e sud o tra comuni ricchi e poveri, anche se poi comunque gli ultimi posti sono occupati da località meridionali.
MALE MOLTE GRANDI CITTA’
Anche molte metropoli del nostro paese occupano le posizioni in fondo alla graduatoria. Roma è ottantanovesima, penalizzata dalla bassa qualità dell’aria e dal traffico caotico, aggravato dall’inefficienza dei servizi di trasporto pubblico. Appena più sopra troviamo Torino (all’88° posto), Bari (87°) e Napoli (84°), con quest’ultima che sconta, tra gli altri, i problemi legati alla raccolta dei rifiuti. Peggio fa Palermo, che si trova in centesima posizione davanti solo a Ragusa, Catania, Siracusa e Vibo Valentia. Queste ultime due città non hanno risposto a nessuna domanda della ricerca, così come era già accaduto nel 2018.
Meglio, tra le grandi città, fanno Milano, che raggiunge il trentacinquesimo posto, Firenze, ventiquattresima e soprattutto Bologna, tredicesima. Tra le variazioni più significative si registrano quelle di Agrigento, che sale di 44 posizioni e ora è al cinquantanovesimo posto, e Potenza, che ne guadagna 43 e si piazza al 50° posto. Crolla invece Isernia, che a sua volta fa un balzo all’indietro di 43 posizioni scivolando al 99° posto.
I DATI
Analizzando i numeri, emergono indicazioni complessivamente positive in riferimento alla qualità dell’aria. Migliorano infatti sia i dati sulle Pm10 che quelli sulla concentrazione del biossido di azoto e dell’ozono. Sale la raccolta differenziata, in media al 55% con punte superiori all’80% nelle città che occupano le prime posizioni in classifica.
Migliora leggermente anche il sistema dei trasporti pubblici, così come cresce la mobilità attiva, con un aumento degli spazi pedonali e ciclabili. Bene la diffusione di fonti rinnovabili, che in almeno 27 capoluoghi coprono il 100% del fabbisogno elettrico delle famiglie. Quasi tutti i capoluoghi (90 su 104) hanno un impianto solare termico o fotovoltaico sul tetto degli edifici pubblici.
Resta invece alta l’incidenza della dispersione dell’acqua. Almeno il 36% di quella che viene immessa nelle condutture non arriva a destinazione. E in 18 città, questa percentuale supera il 50%. Appena cinque sono le città in cui si riesce a contenere le perdite entro il 15%: Pordenone, Mantova, Lodi, Monza e Macerata.
LE BUONE PRATICHE
Insieme al rapporto, presentato questa mattina, sono state premiate anche le Buone Pratiche, una serie di iniziative messe in atto singolarmente dalle varie città, quali ad esempio quella di Catania che ha deciso di mettere a disposizione gratuitamente la metropolitana per i circa 40 mila studenti universitari della città; il sistema Muvt di Bari, ovvero la app creata per pagare con lo smartphone autobus, strisce blu e servizi di sharing o il night bus voluto a Padova dall’amministrazione comunale per ridurre lo smog ma anche i rischi per chi torna a casa dopo una notte di baldoria.
In totale sono 31 i progetti premiati, realizzati in 25 diverse città del nostro paese, a dimostrare una attenzione e una sensibilità crescente verso le problematiche ambientali che anche l’attuale governo sembrerebbe aver recepito come dimostra l’approvazione del decreto clima, che però va considerato solo come un primo passo.
DINO CARDARELLI