Amazon ha mandato in tilt mezzo Internet con un errore di battitura

Avete presente il mito secondo il quale Internet, essendo nata come progetto militare, sarebbe in grado di funzionare anche in caso di attacco nucleare? È un mito, appunto, e molti utenti se ne sono accorti molto chiaramente martedì scorso, quando molti dei siti e servizi più popolari di Internet hanno smesso di colpo di funzionare.

Sono andati in tilt siti come Quora, Gizmodo, Slack, Medium, Imgur, Giphy, e molti utenti hanno scoperto che le loro lampadine “smart” e persino i mouse (Razer) dipendevano dalla connessione a Internet.

Il blackout ha colpito soprattutto gli utenti e i siti statunitensi, ma ha avuto ripercussioni in tutto il pianeta. Non si è trattato di un attacco informatico, ma di un incidente che è capitato a un tecnico di Amazon.

Moltissimi siti, infatti, dietro le quinte dipendono dai servizi online di Amazon, gli Amazon Web Services o AWS. Alcuni server di questi servizi Amazon erano lenti, per cui un tecnico ha tentato di sistemare il problema mettendo offline alcuni server di gestione dei pagamenti AWS, come è normale in questi casi.

Ma come spiega Amazon nella sua lettera pubblica di scuse, il comando per metterli offline è stato immesso in modo erroneo e così sono stati scollegati da Internet molti più server del previsto, in particolare quelli del Simple Storage Service (S3), che affittano spazio su disco e in memoria alle app più popolari.

Alcuni di questi server non venivano riavviati da anni, per cui è stato necessario parecchio tempo, circa quattro ore, per rimetterli online in modo sicuro e affidabile. È stato in queste quattro ore che gli internauti si sono resi conto che dai servizi di Amazon passa circa un terzo di tutto il traffico di Internet, e che dipendere totalmente da un unico fornitore di servizi cloud significa che quel fornitore va in tilt non funziona più niente.

Si potrebbe argomentare che un blackout del genere è l’equivalente di un’interruzione della corrente elettrica, ma non per questo ci equipaggiamo tutti di un generatore elettrico: vero, ma l’equivalenza è un po’ fallace, perché un generatore domestico costa e richiede installazione e manutenzione, mentre progettare lampadine o mouse in modo che possano essere impostati anche senza la connessione a Internet è solo questione di software.

 

 

Paolo Attivissimo 

Exit mobile version