La comunicazione diramata dal colosso di e-commerce fa slittare l’appuntamento con i negoziati a Gennaio,“dopo le festività natalizie” e soprattutto, come la stessa azienda dichiara nella circolare, per far sì che ci sia il tempo affinché si ripristino delle condizioni “più serene e sgombre da pregiudiziali” per poter parlare della situazione dei dipendenti. Quello che le organizzazioni sindacali denunciano è la volontà di Amazon Italia, celata in parte ma non troppo, di eliminare ogni tipo di intermediazione e incontrare singolarmente i lavoratori.
Le reazioni
La replica della Cgil al comunicato è dura e immediata:“Riaprite il dialogo: in Italia vige la democrazia rappresentativa. Facciamo notare ai vertici della società di Jeff Bezos che in Italia abbiamo risolto la questione sulla democrazia rappresentativa a metà del secolo scorso”. La proposta dei sindacati, vede come data ultima il 6 Dicembre per poter aprire il tavolo delle trattative, con la disponibilità a sospendere ogni forma di sciopero: se così non fosse, durante l’assemblea sindacale indetta per l’11 Dicembre, saranno prese decisioni in merito ad una nuova mobilitazione. Secondo Fiorenzo Molinari, segretario della Filcams-Cgil di Piacenza, Amazon Italia è decisa ad abbattere la forza che solo la coesione può dare e questo è inaccettabile in un Paese come il nostro.
Viste le ultime decisioni aziendali, sembra che ai lavoratori dello stabilimento piacentino non rimanga altro che prepararsi ad un nuovo sciopero, oltre che portare avanti il blocco degli straordinari proclamato fino alla fine del mese di Dicembre.
Per Susanna Camusso, sindacalista Cgil, la loro rappresentanza è indispensabile: “Ci sono due cose importanti: uno è lo sciopero, l’altro è l’ingresso della presenza sindacale anche nella parte logistica. Non è vero che non c’è bisogno di sindacati in questa parte innovata di economia, è un’esigenza fondamentale di lavoratori e lavoratrici che con fatica si stanno organizzando e sanciscono il loro diritto alla contrattazione e cancellazione definizione delle condizioni di lavoro”. Dello stesso parere è Annamaria Furlan della Cisl: “Siamo in Italia, un paese dove si rispettano i diritti e i contratti. Amazon faccia quello che fanno tutte le imprese: convochi le organizzazioni sindacali e si confronti”.
Del resto Amazon Italia non vede alcuna utilità nel tavolo dei negoziati voluto dalle rappresentanze sindacali, in quanto sostiene che “i salari dei dipendenti di Amazon sono i più alti del settore della logistica e sono inclusi benefit come gli sconti per gli acquisti su Amazon.it, l’assicurazione sanitaria privata e l’assistenza medica privata”.
Non sono dello stesso parere i sindacati che invece denunciano ritmi di lavoro elevati e una richiesta di produttività allo stremo. Gli operai stessi stessi parlano di condizioni lavorative molto restrittive, tanto da non poter scambiare parola con i colleghi durante il turno, piuttosto che doversi giustificare se si va in bagno una volta in più. Per non parlare dello stress, dell’ansia e della fatica che si accumula a causa dell’alta richiesta di produttività, continuamente monitorata dall’occhio del “Grande Fratello”. Alcuni dipendenti hanno denunciato un dilagare di depressione e crisi di panico e secondo le stime degli Ugl (Unione Generale del Lavoro) di Piacenza, un’altissima percentuale di operai impiegati nello stabilimento soffre di ernia al disco e dolori alla schiena.
Anna Lattanzi