Amazon in Arabia Saudita sembra essere il colosso della violazioni dei diritti umani

Amazon celebra la Giornata Internazionale Amazon in Arabia Saudita

Fonte: victoriabuzz.com.

Amazon in Arabia Saudita è una presenza che si staglia imponente all’orizzonte, offrendo l’accesso a milioni di prodotti e la comodità delle consegne a domicilio. Tuttavia, dietro questa facciata di efficienza e rapidità, si nasconde una realtà ben diversa e molto più oscura. I lavoratori migranti che alimentano questa macchina vivono un incubo, vittime di inganni, sfruttamento e violazioni dei diritti umani.


Amazon in Arabia Saudita trasforma le promesse di contratti vantaggiosi e condizioni di lavoro allettanti in un incubo per i lavoratori migranti. Un incubo che va ben oltre le apparenze, sepolto sotto le sabbie aride e avvolto nella disperazione di chi è intrappolato.

Amnesty International, l’organizzazione che combatte per i diritti umani in tutto il mondo, ha finalmente scoperchiato il coperchio di questo vaso di Pandora. Nel suo recente rapporto, dal titolo enigmatico “Non preoccuparti, è una filiale di Amazon“, l’associazione ha gettato luce sulla tragica realtà che circonda il gigante del commercio elettronico statunitense in Arabia Saudita. La sorpresa amara è che Amazon, nonostante fosse stata informata delle violazioni dei diritti umani dei suoi lavoratori a contratto, ha voltato lo sguardo dall’altra parte, consentendo che questa macabra danza dei soprusi continuasse senza sosta.

Le condizioni dei lavoratori Amazon in Arabia Saudita

Amnesty International ha rivelato una verità sconcertante: le condizioni dei lavoratori migranti nei magazzini sauditi di Amazon equivalgono, in molti casi, a una moderna forma di schiavitù, con sfumature di tratta di esseri umani mirante all’implacabile sfruttamento. Il rapporto si fonda sulle testimonianze di ventidue coraggiosi uomini provenienti dal Nepal, che hanno lavorato all’interno di questi magazzini tra il 2021 e il 2023.

L’inganno inizia molto prima che i lavoratori mettano piede in Arabia Saudita. Gli agenti di reclutamento, agendo come sibilanti serpenti, promettono l’accesso a un lavoro ben remunerato in cambio di una somma media di 1.500 dollari, che spesso rappresenta un patrimonio per le famiglie che cercano una via di fuga dalla povertà. Gli sventurati candidati, in molti casi, sono illusi nel credere che Amazon sia il loro futuro datore di lavoro, una promessa di prosperità e opportunità.

Tuttavia, il sipario dell’inganno si alza solo quando gli sventurati si trovano con la documentazione in mano, pronti per l’imbarco. Il loro sguardo incappa in scritte e loghi che non appartengono a Amazon, facendo scattare i primi campanelli d’allarme. L’orrore diventa poi lampante quando si rendono conto che non ci sarà alcun accordo diretto con la società madre, ma piuttosto un percorso intricato fatto di intermediari e promesse infrante.

La trappola si chiude lentamente, lasciando i lavoratori inermi e impotenti. Una volta in Arabia Saudita, l’incubo continua. I guadagni dei lavoratori Amazon in Arabia Saudita vengono sistematicamente derubati, mentre vengono costretti a vivere in condizioni al di sotto di ogni dignità umana, alloggiati in case indecenti che sono l’opposto di ciò che era stato loro promesso.

La paura e l’isolamento si radicano profondamente in loro, poiché sono privati della minima possibilità di cercare un lavoro alternativo o di lasciare il paese in cui si trovano. Sono intrappolati in una situazione senza via di fuga, costretti a sottostare alle angherie dei datori di lavoro senza alcuna speranza di riscatto o di miglioramento della loro condizione.

In un mondo che sempre più si affida al commercio online, Amazon in Arabia Saudita ha una responsabilità significativa non solo per le merci che consegna, ma anche per le vite dei lavoratori che fanno girare la sua macchina. È giunto il momento di fare chiarezza su questa oscura realtà e di garantire che i diritti umani non siano sacrificati sull’altare del profitto. È ora che Amazon metta fine a questo incubo e agisca per porre fine a questa vergognosa situazione. Soltanto allora potrà essere davvero il gigante gentile di cui tanto si vanta.

Exit mobile version