Sin dalle origini l’uomo ha sempre avuto l’esigenza di avere accanto un animale, oggi si parla di creature domestiche, di amici a quattro zampe grazie ai quali è possibile sviluppare una forma d’amore viscerale ed incondizionato.
Questo sentimento puro, questo rapporto sincero tra uomo e animale ha dei benefici incredibili sia per la mente che per il corpo. Numerose ricerche scientifiche sostengono il fatto che prendersi cura di un cane o gatto o qualunque altro esserino contribuisce a ridurre stress ed insonnia; inoltre, secondo ulteriori studi recenti, amare un animale contribuisce alla diminuzione del rischio di ictus e malattie cardiovascolari. A confermalo è un gruppo di ricercatori della University of Minnesota, in uno progetto presentato al congresso dell’American Stroke association a New Orleans.
Su ‘High Blood Pressure and Cardiovascular Prevention’ degli studiosi hanno esaminato i dati di 4mila adulti senza malattie gravi, che hanno partecipato al National Health and Nutrition Examination Survey, sondaggio sulla salute e la nutrizione dal 1988 al 1994, dichiarando anche se possedevano un animale domestico. Dal sondaggio è risultato che il 35% dei partecipanti aveva un cane o un gatto e che la metà era in sovrappeso. I partecipanti sono stati seguiti fino al 2006 per sapere se fossero ancora in vita e dai risultati, comparati col National Death Index, l’indice nazionale di mortalità, è emerso che l’incidenza di morti per malattie cardiovascolari nei non proprietari di animali era di 11 ogni 1000 persone, mentre per chi aveva un cane o un gatto era di 7 ogni 1000. In particolare per l’ictus , gli uomini proprietari di animali avevano le stesse probabilità di mortalità, mentre nelle donne la possibilità di morire risultava ridotta di circa il 40 per cento. “Lo studio non deve essere interpretato come un incoraggiamento a possedere animali domestici. Averli può essere positivo, ma devono essere tenuti responsabilmente” avverte però l’autore Jian Zhang, spiegando che devono essere fatti ulteriori studi ed esperimenti.