Marco Alverà alla Cop 24, punta su gas rinnovabile e idrogeno, con urgenza. Ma la Polonia non ha mai presentato un piano d’uscita dal carbone.
Ieri è arrivato il turno di Marco Alverà alla Cop 24, la conferenza mondiale sul clima ospitata a Katowice, in Polonia, in corso dal 2 al 14 dicembre. Alverà è amministratore delegato di Snam – l’utility del gas, con sede a San Donato Milanese, impegnata nel trasporto, nello stoccaggio e nella rigassificazione del metano – e presidente di Gas Naturally, il consorzio europeo coinvolto nelle attività di esplorazione e produzione, trasmissione e distribuzione, vendita all’ingrosso e al dettaglio del gas; il suo intervento non poteva dunque non riguardare le strategie della transazione energetica realizzabili con costi sostenibili, visto che la sua Snam realizza e gestisce infrastrutture sostenibili e caratterizzate da livelli di tecnologia fortemente avanzati, i quali garantiscono appunto la sicurezza energetica.
Alverà e la decarbonizzazione
Marco Alverà ha portato sul tavolo delle trattative la necessità di definire e attivare strategie di decarbonizzazione che difendano non solo la salute ma anche lo status economico della popolazione e del sistema aziendale. Non dovranno essere le famiglie e le aziende dunque a pagare il prezzo delle precedenti scelte sbagliate sulle fonti d’energia, prese dai capi politici ed economici del mondo. Alverà ha presentato il piano dell’industria europea preparato da Gas Naturally, sottolineando l’urgenza di fare ricerca e puntare ai sistemi di massimo sviluppo tecnologico, per pianificare e implementare l’utilizzo di gas rinnovabile e idrogeno, con il minor costo possibile. Non ha mancato inoltre di ricordare che gli obiettivi stabiliti dall’accordo di Parigi sono ben lontani dall’essere messi in atto, mentre è proprio sul fattore tempo che ha voluto insistere, ribadendo la necessità di attivare azioni condivise immediate.
La Polonia, proprio dove l’uso del carbone non si ferma
Impossibile non riflettere sul fatto che la Cop 24 si stia volgendo a Katowice: è evidente che per il confronto globale sul clima sia stata scelta significativamente una nazione come la Polonia che investe drammaticamente sullo sfruttamento del carbone per la produzione di energia, senza averne mai nemmeno considerato un piano di uscita, nonostante sia assodato a livello mondiale che il carbone rappresenti una tra le fonti fossili più dannose per l’equilibrio climatico. Il governo di Varsavia inoltre ha dimostrato più volte, anche in ambiti diversi dalla specifica questione delle fonti di energia ma sempre aderenti alla salvaguardia del clima, di non avere come priorità i temi del rispetto ambientale, ponendosi ad esempio in aperto contrasto con l’Europa per i disboscamenti su larga scala. La conferenza è in ogni caso quasi arrivata al termine, entro domani i ministri e i capi di Stato che sono intervenuti dovranno trovare un accordo e presentare un documento condiviso sui piani strategici per bloccare il riscaldamento del pianeta, come previsto dall’accordo di Parigi.
Anche io sono tornato ieri dalla Polonia. Non ero alla COP 24, ma ad un meeting regionale nel quale si parlava di decarbonizzazione e di impiego dell’idrogeno ed al quale sono stato invitato come esperto. Sostenere che, se la Polonia continuerà ad usare carbone, non potrà realizzare la decarbonizzazione significa o aver dimenticato che stiamo parlando di una decarbonizzazione parziale o non aver chiaro con quali modalità questa decarbonizzazione parziale può essere messa in atto.
Infatti, continuando ad utilizzare il carbone per la produzione di energia elettrica ed il teleriscaldamento, ma incrementando contemporaneamente la diffusione delle fonti rinnovabili, si può avere un grande impatto non solo sulla decarbonizzazione del sistema energetico polacco, ma anche sull’economia e sulla salute della popolazione. Infatti il diossido di carbonio potrà essere catturato all’uscita dalle ciminiere e fatto reagire con idrogeno rinnovabile per generare combustibili idonei a sostituire quelli fossili utilizzati in autotrazione, riducendo significativamente le emissioni di diossido di carbonio.
Bisognerebbe sempre ricordare che non esiste una ricetta valida per tutti, ma ogni regione dovrebbe individuare quella più efficace in base alle proprie caratteristiche.
Un interessante e prezioso intervento, ti ringraziamo per averlo condiviso sulle nostre pagine.