La totale inclusione degli alunni con disabilità è un obiettivo che la scuola deve perseguire attraverso un’attiva e articolata progettualità.
L’accoglienza, il sostegno e l’integrazione impegnano la scuola in percorsi didattici e personali specifici, finalizzati al raggiungimento del successo formativo di ciascun alunno. Gli alunni disabili riscontrano più problemi durante il loro percorso scolastico, legati alla scarsa preparazione delle scuole alla loro accoglienza.
Inclusione di alunni con disabilità nelle scuole: la Costituzione è chiara
L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità è essenziale per garantire il diritto all’istruzione ed è prima di tutto un principio fondante della Costituzione Italiana. L’articolo 38 tratta in modo diretto del diritto allo studio delle persone disabili. Recita infatti: «gli inabili e i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale».
Attualmente, secondo gli studi pedagogici e didattici la scuola ha il dovere di valorizzare la diversità degli alunni, a discapito dell’omologazione. La classe deve essere un ambiente inclusivo, che avvalora le diverse capacità di ciascun alunno. Il ruolo inclusivo che deve avere la scuola ha le sue basi nell’individuazione di strategie specifiche costruite su ogni individuo. Il compagno disabile non deve rappresentare un elemento in disarmonia, ma uno stimolo di valorizzazione delle diversità.
Il cammino per giungere ad una piena integrazione dei ragazzi disabili nelle scuole italiane è stato lungo e travagliato. In questo senso ha avuto un ruolo fondamentale la legge 118/71 e la 517/77, che sanciscono il superamento delle scuole speciali. In questo modo si esclude la marginalizzazione per gli alunni e si pongono le basi per garantire l’inclusione scolastica all’interno delle “classi normali”. Arriva nel 1987 la sentenza della Corte Costituzionale che sancisce il diritto assoluto e incondizionato dei disabili a frequentare anche le scuole superiori.
A questo punto, la legge 104 del 1992 ha lo scopo di eliminare qualsiasi tipo di impedimento che possa inficiare sul potenziale di sviluppo dello studente con disabilità. Lo studente ha pieni diritti partecipativi alla vita della comunità. Si stabilisce così un ruolo di inclusività della scuola e di cura educativa verso l’alunno con disabilità.
Tuttavia, non mancano le criticità e nelle scuole continuano a essere messi in atto comportamenti che infrangono il diritto all’inclusione scolastica degli studenti con disabilità.
I dati ISTAT parlano chiaro sull’inclusività
A questo proposito, l’ISTAT ha avviato un’indagine con lo scopo di analizzare la predisposizione della scuola italiana all’inclusione di alunni con disabilità. Il rapporto si basa su dati raccolti tra aprile e giugno del 2022, su quasi 50 mila scuole italiane. Le ricerche si sono basate anche sui dati dell’anno scolastico 2019/2020, quando, a causa della pandemia, le attività didattiche si svolgevano in DAD. Questo per valutare anche gli strumenti messi a disposizione dalle scuole per affrontare un periodo della didattica così delicato. Gli studenti con disabilità in Italia sono 316mila.
I risultati mettono in evidenza l’ancora inadeguatezza di tante scuole nell’accoglienza di studenti disabili. Le scuole che possono frequentare alunni con disabilità motoria sono solo il 32%. Per gli studenti ipovedenti o ciechi, invece, la scuola italiana è totalmente impreparata. Sono l’1% le strutture provviste di strumenti per questo tipo di problema.
Gli insegnanti di sostegno e il loro ruolo nell’inclusività scolastica
Un altro grave problema che le nostre scuole riscontrano è la mancanza di figure professionali che si occupino di disabilità in maniera specializzata. I docenti di sostegno sono un punto fondamentale del percorso di inclusione. Dopo l’assegnazione alla classe dell’allievo disabile, elaborano con gli altri insegnanti la programmazione didattica per l’alunno e per il gruppo classe. Si tratta di un incarico delicato per cui un insegnante si deve dedicare al 100% alla cura didattica dello studente.
A tal proposito, la legge 244/2007 ha stabilito un numero minimo di queste figure da garantire nelle scuole. In effetti, il numero di insegnanti di sostegno sta aumentando drasticamente, ma mancano le giuste competenze e le figure specializzate in grado di operare su studenti con evidenti difficoltà. Questo va a discapito degli studenti stessi, che non hanno un appoggio di insegnanti qualificati. Ne è un esempio la carenza degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione, la cui disponibilità secondo il rapporto alunno/professore è di 4,6.
Gli strumenti tecnologici
Per quanto riguarda gli strumenti tecnologici volti a supportare soprattutto la DAD, dovuta all’emergenza Covid-19 sono emersi altri dati. In Italia il 75% delle scuole dispone di postazioni informatiche adattate alle esigenze degli alunni con disabilità, la dotazione maggiore si registra nelle regioni del Centro (78%), quelle che spiccano di più sono la Toscana e l’Emilia-Romagna, con più dell’80% di scuole provviste di postazioni; la Sardegna invece presenta la percentuale più bassa (64%).
La tecnologia può svolgere un’importante funzione inclusiva, fungendo sa supporto, e facilitando le difficoltà in maniera specifica.
Una missione collettiva
L’inclusione è un obiettivo che si costruisce attraverso piccoli gesti quotidiani. È fondamentale l’azione di tutte le componenti della comunità scolastica che hanno la responsabilità di garantire il successo formativo di tutti gli studenti. Una scuola per tutti è un traguardo che si può concretizzare attraverso la collaborazione del gruppo classe, di genitori, insegnanti e dirigenti. Solo con la collegialità e la massima individualizzazione delle proposte educative e didattiche l’alunno disabile si può sentire completamente integrato nell’ambiente scolastico.
Fiamma Franchi