La fase 2 dell’emergenza Coronavirus è iniziata ufficialmente solo da quattro giorni. Ma molte regioni fremono per passare direttamente alla fase 3, anticipando i tempi rispetto alle intenzioni del governo, che mirava, per quanto possibile, ad aperture graduali e omogenee almeno fino al 18 maggio. Si sono mosse questo senso, nelle ultime ore, Alto Adige e Friuli-Venezia-Giulia.
A BOLZANO NEGOZI APERTI DA DOMANI
Con un provvedimento approvato la scorsa notte, il consiglio provinciale di Bolzano ha dato il via libera all’apertura delle attività commerciali già da domani. Lunedì 11 maggio sarà la volta di bar e ristoranti, parrucchieri ed estetisti, musei e biblioteche. Il 18 sarà il turno degli asili, seppure con numeri ridotti. Il 25 toccherà ad attività ricettive e impianti a fune.
Su una simile lunghezza d’onda si trova Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli. In questo caso viene anticipata di una settimana, dal 18 all’11, solo la riapertura delle attività di commercio al dettaglio.
GOVERNO DICE NO
La scelta della provincia di Bolzano non è stata digerita dal governo. Il ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia, ha infatti annunciato che l’ordinanza con cui si anticipano le riaperture sarà impugnata, spiegandone i motivi:
La provincia autonoma di Bolzano ha deciso di aprire alcune attività commerciali pur in assenza di linee guida sul lavoro che sono in corso di elaborazione in questi giorni dal comitato tecnico scientifico su proposta dell’Inail e alle quali tutti i presidenti di regione hanno dichiarato di attenersi. Il governo non può che impugnare il provvedimento, limitatamente alle parti in contrasto con le regole sulla sicurezza sul lavoro
IL PRECEDENTE DELLA CALABRIA
Per il governo non è semplice tenere a bada le corse in avanti delle regioni. Nei giorni scorsi aveva già impugnato l’ordinanza di Jole Santelli, presidente della regione Calabria. Il provvedimento sin dal 30 aprile ha consentito di riaprire bar, ristoranti e pizzerie, sebbene potendo servire i clienti solo con tavoli all’esterno del locale.
La decisione in realtà era stata contestata anche da diversi sindaci della regione, e da molti degli stessi esercenti, che dalla notte al giorno si sono ritrovati nella condizione di poter aprire senza avere però il tempo di adottare i necessari accorgimenti.
LE ALTRE REGIONI
Sono comunque numerose le regioni che, oltre ad Alto Adige e Friuli-Venezia-Giulia, hanno in programma alcune riaperture anticipate. Parrucchieri ed estetisti, che avrebbero dovuto riavviare le loro attività il 1° giugno, dovrebbero invece riaprire il 18 in Abruzzo, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Diverse regioni, tra cui la Toscana, spingono a loro volta per tirare su le serrande dei negozi al dettaglio lunedì prossimo, con una settimana di anticipo. In ogni caso appare inevitabile che dopo il 18 maggio, ci siano tempistiche diverse tra le varie parti del paese, determinate dall’andamento della pandemia.
DINO CARDARELLI