Altamura: il team di paleo-artisti olandesi ha riprodotto il volto e il corpo del nostro antenato
Il 26 aprile 2016 passerà alla storia come il giorno in cui l’uomo di Altamura ha avuto un volto e un corpo. La ricostruzione con il silicone, portata avanti con la massima scientificità, è stata ad opera da un team di paleo-artisti olandesi: Adrie e Alfons Kennis.
Leggendo direttamente le parole di Alfons:
«Ci abbiamo lavorato circa un anno. Abbiamo ricevuto dall’Italia i dati digitali sulla scansione laser e li abbiamo ricostruiti usando il silicone. Per barba e capelli ci siamo fatti mandare dal Canada del pelo di bue muschiato».
Le ossa di uno degli esemplari di Neanderthal erano state scoperte nel 1993, da alcuni speleologi che erano scesi nel sistema carsico di Lamalunga (Murgia pugliese) per esplorarlo.
Tra le varie attività di ricerca su un reperto di tale importanza, ricordiamo quella che fece capo allo scienziato Vittorio Pesce Delfino che guidò il progetto Sarastro. Questo consisteva in una soluzione hi-tech per disporre a distanza del reperto intrappolato nella grotta: attraverso varie telecamere questo sistema tentava di riprodurre l’esplorazione del ritrovamento in maniera realistica. Purtroppo questo sistema non fu mai realizzato e lo scienziato Pesce Delfino, proprio il giorno dopo la ricostruzione dell’uomo di Altamura, è deceduto.
Per ricostruire le sembianze del nostro passato, di uno degli esemplari di Neanderthal non c’è stato bisogno di spostarne i resti. È stata effettuata difatti una campagna scientifica nella grotta in cui si trova lo scheletro; attraverso rilievi con il laser scanner sulle ossa, è stato possibile riprodurre virtualmente il volto. Queste ricerche sono state condotte grazie a un’equipe coordinata dal paleoantropologo dell’Università la Sapienza di Roma, Giorgio Manzi.
Tutte queste ricerche sono state poi unite con i dati estrapolati dal Dna arcaico prelevato da un frammento di una scapola. Dopo che il biologo dell’Università di Firenze, David Caramelli ha stabilito che il reperto archeologico fosse un Neanderthal, tra i più arcaici, i paleo-artisti olandesi hanno realizzato quello che possiamo definire il nostro bisnonno.
I fratelli Kennis hanno scelto con cura la posa in cui ricostruire l’uomo di Altamura, per far sì che non sembrasse artificiale. Alfons racconta, infatti, che:
«Non volevamo che la posizione sembrasse artificiale. Abbiamo immaginato un uomo della Papua Nuova Guinea o della Mongolia di oggi intento a fissare dei turisti al giorno d’oggi. Con lo stesso sguardo fiero e perplesso allo stesso tempo».
Ecco presentato così l’uomo di Altamura, il cui scheletro ha tra i 130 e 172 mila anni di età, si presenta con il naso schiacciato, le sopracciglia arcate, baffi e capelli. A grandezza naturale, il peso è tutto su una gamba, le mani sono unite dietro la schiena. Corpo massiccio, un bacino largo e una statura non troppo elevata (1 metro e 65 centimetri).
Dobbiamo ora, più che mai di fronte un nostro antenato, meritarci l’evoluzione che abbiamo avuto.
Vanessa Romani