Il ricordo di Almerigo Grilz per sottolineare l’importanza del giornalismo nelle zone di guerra oltre la militanza nella destra italiana.
Nato a Trieste nel 1953, Almerigo Grilz, era un fotoreporter di guerra molto apprezzato in ambito giornalistico grazie ai suoi testi, alle sue foto provenienti dalle zone più calde del pianeta.
L’anniversario della sua morte ricorre proprio il 19 maggio, quando rimase ucciso, a soli 34 anni, durante uno scontro tra opposte fazioni politiche in Mozambico nel 1987. Stava documentando con una cinepresa una cruenta battaglia fra i miliziani anticomunisti della RENAMO, finanziati dal Sudafrica segregazionista, e i fedeli al governo in carica, fu colpito da un proiettile vagante. I suoi resti furono sepolti nei pressi del luogo dove morì. Era un freelance, un uomo avventuroso che aveva scelto di dedicare la sua vita al reportage di guerra, perché era la forma giornalistica probabilmente più efficace per raccontare ai suoi contemporanei i conflitti epocali di cui era testimone nel mondo.
Nel ricordare Almerigo Grilz, va sottolineata l’importanza di mettere da parte il pensiero che ci siano giornalisti di serie A e di serie B, una posizione che la sua attività politica, tra le fila della destra italiana, ha contribuito a generare nel corso del tempo. Era stato in Afghanistan, in Libano, in Etiopia, in Mozambico, in Cambogia, in Birmania, in Thailandia e in tanti altri posti. Sempre accompagnato da taccuino, registratore e telecamera, fu il primo dei giornalisti italiani a morire durante un’azione di guerra in concomitanza di un reportage, proprio come accadde a Ilaria Alpi qualche tempo dopo.
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Era un uomo coraggioso, che per curiosità intellettuale e spirito da cronista inseguiva i fatti più tragici di carattere internazionale in giro per i punti più disparati del globo
I suoi interventi o filmati erano apprezzati dalle principali testate ed emittenti occidentali, che pubblicarono il suo materiale in diverse circostanze: CBS, NBC, The Sunday Times, Der Spiegel e altre autorevoli riviste europee.
Probabilmente la sua storia e il frutto del suo impegno giornalistico meriterebbero maggiore attenzione da parte dei media, ai quali si era dedicato con impegno e abnegazione fuori del comune.
“…La colonna si muove nella giungla, attraverso ponti sospesi, arrampicandosi su per le creste della catena montuosa che fa scudo all’area dei ribelli…”
(Almerigo Grilz)
L’invito, in occasione di questa ricorrenza, è di riflettere sull’importanza del giornalismo, soprattutto quello esercitato in luoghi di guerra, come testimonianza dei nostri tempi e materiale per la futura storiografia.