Valencia, alluvioni e bufale sulle “nuvole artificiali”: cosa dice davvero la scienza

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Foto di Free-Photos da Pixabay

L’alluvione che ha devastato Valencia ha sollevato un’ondata di teorie complottiste che cercano di spiegare la catastrofe con “nuvole artificiali” e altre ipotesi fantasiose. Mentre i social si riempiono di accuse al cloud seeding marocchino e al programma HAARP, la scienza indica chiaramente che l’intensificarsi degli eventi meteo estremi, come quello del 29 ottobre, è il risultato del cambiamento climatico.


La recente alluvione a Valencia ha colpito la Spagna con una pioggia di proporzioni eccezionali, equivalente a un intero anno di precipitazioni caduto in meno di quattro ore. Nonostante il disastro sia attribuibile a un evento climatico eccezionale amplificato dai cambiamenti climatici, sui social stanno emergendo varie teorie complottiste. Tra le più diffuse troviamo quelle che attribuiscono la causa a una “inseminazione delle nuvole” in Marocco o al misterioso programma HAARP degli Stati Uniti. Ecco un’analisi per capire cosa è successo veramente e perché queste teorie non hanno fondamento scientifico.

Il vero responsabile: il cambiamento climatico e i fenomeni estremi

Gli eventi del 29 ottobre sono stati causati da una DANA (Depressione Aislada en Niveles Altos), conosciuta anche come “goccia fredda”. Questa particolare formazione atmosferica ha prodotto temporali autorigeneranti di grande violenza. La scienza mostra come i cambiamenti climatici, dovuti alle emissioni e all’inquinamento, stiano aumentando la frequenza di eventi meteo estremi, come confermato dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale. Le precipitazioni oggi sono fino al 12% più abbondanti e il doppio più probabili rispetto a quanto si registrava in epoca preindustriale.

Bufala 1: il cloud seeding e le “nuvole artificiali” in Marocco

Secondo alcuni complottisti, le piogge torrenziali a Valencia sarebbero state provocate da operazioni di inseminazione delle nuvole in Marocco. Il cloud seeding è una tecnica di geoingegneria che consiste nell’iniettare particelle in una nuvola per stimolare la formazione di gocce di pioggia. Alcuni Paesi con clima arido, come il Marocco, ricorrono al cloud seeding per aumentare le precipitazioni. Tuttavia, questa teoria presenta più di una lacuna:

  1. Effetti locali e limitati nel tempo: l’inseminazione delle nuvole agisce solo localmente e gli effetti si verificano nell’arco di poche ore, quindi non può provocare piogge giorni dopo in un altro Paese.
  2. Bassa efficacia: anche nei casi di maggiore successo, il cloud seeding aumenta le precipitazioni di circa il 10%. Una differenza trascurabile rispetto alla portata delle alluvioni a Valencia.
  3. Impossibilità di controllo a distanza: gli interventi sulle nuvole non hanno effetti su eventi atmosferici distanti, dato che influenzano solo le perturbazioni locali.

Questa teoria trova appiglio in un’interpretazione errata di articoli circolati mesi fa, che ipotizzavano una “preoccupazione” del governo spagnolo per le operazioni marocchine di inseminazione delle nuvole. Tuttavia, non esistono comunicazioni ufficiali da parte di AEMET, l’agenzia meteorologica spagnola, che confermino tali timori. Inoltre, il cantante Miguel Bosé, noto negazionista climatico, ha rilanciato queste teorie, sebbene non abbia alcuna competenza scientifica.

Bufala 2: HAARP e le presunte influenze sulle nuvole e sul meteo

Un’altra teoria complottista attribuisce il disastro al programma HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program), un sistema di antenne situato in Alaska che studia la ionosfera, lo strato atmosferico sopra i 50 km di quota. Ecco perché questa teoria non ha fondamento:

  1. Potenza insufficiente: HAARP emette onde radio a una potenza simile a quella di una piccola lampadina, troppo bassa per modificare il clima a migliaia di chilometri.
  2. Diversa quota atmosferica: HAARP studia la ionosfera, mentre i fenomeni meteo come la DANA si verificano nella troposfera, a meno di 10 km di quota. Non c’è alcuna interazione tra i due strati atmosferici.

Perché le teorie complottiste sulle nuvole prendono piede

Le “spiegazioni alternative” trovano terreno fertile perché permettono di evitare la realtà del cambiamento climatico e le sue cause umane. Mentre i fenomeni estremi diventano sempre più comuni, sostenere che questi siano il risultato di interventi umani controllati, come il cloud seeding o HAARP, distoglie dall’importanza di una risposta globale. La scienza mostra invece chiaramente che l’intensificarsi di eventi meteo estremi è conseguenza del riscaldamento globale, confermato da studi globali.

Rafforzare la consapevolezza e combattere le fake news

La scienza del clima conferma che l’attività umana sta alterando il clima globale, contribuendo a eventi meteo estremi come quello di Valencia. Occorre migliorare l’educazione su questi temi, per evitare che teorie complottiste sulle nuvole artificiali e sulle tecniche di geoingegneria distolgano l’attenzione da azioni realmente utili per contrastare il cambiamento climatico.

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