Alluvioni in Afghanistan: i cambiamenti climatici causano 300 vittime e migliaia di sfollati

Alluvioni in Afghanistan

I cambiamenti climatici non si placano e a farne le spese, spesso, sono i Paesi più in difficoltà. Questa volta ci riferiamo alle violente alluvioni in Afghanistan che, ad ora, hanno provocato più di 300 vittime e distrutto migliaia di abitazioni.

Alluvioni in Afghanistan

Venerdì 10 maggio si sono abbattute violente alluvioni in Afghanistan, l’area più colpita è la provincia di Baghlan, nel nord est del Paese. Ma la situazione è drammatica da settimane: sul territorio, infatti, si stanno riversando copiose precipitazioni in forma temporalesca che allagano in pochissimo tempo intere aree. In alcune zone montuose si sono scaricati fino a 300mm di pioggia in poche ore e il terreno brullo e sassoso, impreparato ad assorbire queste enormi quantità di acqua, si è letteralmente sciolto riversando a valle fiumi di acqua, fango e roccia che hanno travolto interi villaggi.

Al momento, a causa delle alluvioni in Afghanistan ci sarebbero più di 300 vittime, 1.600 feriti e centinaia di dispersi. Sono stati distrutti interi quartieri, terreni agricoli e allevamenti, mentre molti degli ospedali sono stati gravemente danneggiati.

Alluvioni in Afghanistan: i soccorsi umanitari

Le Nazioni Unite e i loro partner in Afghanistan si stanno coordinando con le autorità locali per portare assistenza: sono state messe a disposizione tende, coperte e cibo per gli sfollati mentre l’UNICEF ha inviato sul posto 400 kit per le famiglie, 500 kit per l’igiene, 476 coperte e 100 kit di indumenti, inoltre è stato inviato un team mobile che si occupa di salute e nutrizione. World Food Program, invece, sta distribuendo cibo.

“Le forti piogge e le conseguenti inondazioni hanno sconvolto le vite e rappresentano un rischio significativo. Mentre le famiglie affrontano le perdite, è fondamentale mantenere l’accesso all’acqua sicura e ai servizi sanitari e di protezione”.

 Tajudeen Oyewale, rappresentante dell’UNICEF in Afghanistan.

Secondo il Comitato Internazionale di Soccorso, migliaia di persone sono isolate e senza accesso ai servizi:

“Queste ultime inondazioni hanno provocato una grave emergenza umanitaria in Afghanistan che è ancora provato dai terremoti dell’inizio di quest’anno e dalle altrettanto gravi inondazioni di marzo”.

Alluvioni in Afghanistan: quando a far le spese dei cambiamenti climatici sono i più poveri



Le alluvioni in Afghanistan stanno colpendo a macchia di leopardo da metà aprile e il Paese, caratterizzato da in clima invernale molto secco, è totalmente impreparato ad assorbire le grosse quantità di pioggia che cade sempre più copiosa e violenta a causa dei cambiamenti climatici. Per ironia della sorte, l’Afghanistan è responsabile solo per lo 0,06% delle emissioni di gas serra, eppure è il sesto Paese al mondo più a rischio per i cambiamenti climatici.

Il Paese è interessato da un aumento di condizioni climatiche estreme, tra cui alternanza di inondazioni e siccità a cui sono connesse tempeste di sabbia e polvere. Tutto ciò causa la perdita di vite umane e mezzi di sussistenza e ingenti danni alle infrastrutture.

A questo si aggiungono decenni di guerra e un’economia basata essenzialmente su agricoltura e allevamento che fanno del Paese uno dei più poveri al mondo, dove più della metà della popolazione vive sotto la soglia di povertà e circa 15 milioni di persone vivono in condizioni di insicurezza alimentare.

Inoltre, il governo talebano, al potere dal 2021, ha isolato il Paese dai circuiti internazionali di aiuti economici e umanitari aggravando la già precaria situazione socio economica del Paese.

Le recenti alluvioni, quindi, non fanno che peggiorare il quadro.

Alluvioni in Afghanistan, Indonesia, Kenya e Brasile

La violenza dei cambiamenti climatici si sta facendo sempre più pressante. Da un lato la siccità, dall’altro le alluvioni, ad essere colpiti sono moltissimi Paesi in tutto il mondo.

In quest’ultimo periodo, però, stanno facendo notizia le numerose aree colpite da inondazioni. In Indonesia, nella notte tra sabato e domenica, le piogge torrenziali hanno provocato inondazioni e colate di lava fredda (materiale vulcanico e pietre) che dal vulcano più attivo dell’isola ha investito alcuni quartieri a valle provocando almeno 41 vittime. Tuttavia, il disastro non è da imputare ai soli cambiamenti climatici:

“Le alluvioni improvvise e le frane di lava fredda continuano a ripetersi e ad aumentare di intensità a causa dell’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali e dello sviluppo disordinato. Di conseguenza, i disastri si ripetono ogni anno e, anzi, aumentano di frequenza”.

Wengki Purwanto, direttore della sezione di Sumatra occidentale del Forum indonesiano per l’ambiente.

Oltre alle alluvioni in Afghanistan e in Indonesia, poi, si aggiungono all’elenco anche il Kenya e il Brasile. Nel Paese africano, la pioggia ha iniziato a cadere a fine aprile causando più di 200 vittime e 200.000 sfollati. Nella regione del Rio Grande do Sul, in Brasile, ci sono quasi 150 vittime e più di 600.000 sfollati e le reti idriche ed elettriche sono state interrotte. La la Companhia Riograndense de Saneamento (Corsan) afferma che:

“Il maltempo ostacola lo svolgimento dei lavori per il ripristino delle strutture e degli impianti, nonché nella ricostruzione di strutture come reti e condotte idriche danneggiate”.

La situazione, dunque, resta critica.

Arianna Ferioli

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