Durante il Natale una forte alluvione nelle Filippine ha provocato il caos nel paese: gli ultimi bollettini parlano di 13 morti e migliaia di sfollati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni sommerse dall’acqua.
La vicenda
Durante i giorni delle feste natalizie un alluvione di forte intensità ha colpito le regioni meridionali delle Filippine, in particola modo le regioni di Mindanao e Visayas, nonché la penisola di Zaomboanga. Le piogge torrenziali avrebbero avuto origine dallo scontro di una perturbazione di aria fredda con una massa di aria calda.
Le piogge battenti della durata di due giorni, avrebbero provocato lo straripamento di alcuni fiumi e l’inondazione di interi villaggi. Il livello dell’acqua sarebbe arrivato fino all’altezza del petto delle persone, provocando in ben 36 aree la mancanza di elettricità. Inoltre, l’azione dell’ingente quantità di acqua piovana scesa in breve tempo avrebbe provocato decine frane in entrambe le regioni interessate.
La drammatica alluvione, ha costretto proprio nella giornata del 25 dicembre più di 146.000 persone ad abbandonare le proprie case sommerse da acqua e fango, per recarsi nei centri di accoglienza più vicini. Migliaia di famiglie hanno così dovuto annullare i festeggiamenti del Natale. Una delle feste più sentite nella popolazione filippina – in maggioranza cattolica – il quale si è trasformata in una tragedia: migliaia di persone hanno perso tutto ciò possedevano.
Le conseguenze dell’alluvione nelle Filippine
Oltre a sfollati e feriti, secondo gli ultimi bollettini sarebbero decedute a causa dell’alluvione 13 persone, tra cui una bambina di appena un anno. La maggior parte dei quali sarebbero morti per annegamento – dicono le autorità locali – mentre, risultano ancora disperse al momento 23 persone. Un triste bilancio probabilmente destinato a salire, che costituisce una vera e propria tragedia di Natale.
Le piogge in queste ore sembrano aver dato tregua al sud-est asiatico. Nel frattempo, continuano senza sosta in tutto il territorio interessato le operazioni di ricerca e d’aiuto alla popolazione locale.
Intanto, nelle ultime ore sono iniziate anche le prime conte dei danni: sono molteplici le abitazioni danneggiate dal fiume di acqua e fango che ha travolto molti centri abitati. Alcune, invece, sono state completamente distrutte. Ma non solo, una delle maggiori preoccupazioni riguardano i danni che l’alluvione avrebbe provocato al settore dell’agricoltura e dell’allevamento: tra terreni completamente allagami e raccolti persi, il peggio sarebbe la perdita di un quantità elevata di bestiame.
Il cambiamento climatico
L’aumento delle temperature il tutto il globo sta provocando ormai da anni sempre più fenomeni meteorologici estremi. Ma l’Arcipelago delle Filippine composto da 7.641 isole risulta essere una delle aeree più soggette ad eventi catastrofici di questa portata. Infatti, è uno dei paesi al mondo che più di tutti sta accusando le conseguenze del cambiamento climatico, con un aumento delle temperature che sta interessando in particolar modo le regioni meridionali del paese.
Dopo il tifone Yolanda che nel 2013 ha devastato il paese e provocato 6. 245 morti, nel 2015 alcuni sopravvissuti insieme a GreenPeace – organizzazione che si batte per la tutela del pianeta – si sono rivolti alla Commissione dei Diritti Umani contro 47 aziende dislocate in tutto il mondo per l’emissioni di gas serra. Tra queste ci sarebbero anche le nostre Italcementi ed Eni. Tali società, secondo la denuncia fatta, starebbero violando i diritti umani di coloro che stanno vivendo sulla loro pelle i disastri ambientali per il cambiamento climatico, provocato dalle loro emissioni.
Dopo lunghi anni di inchieste, nel maggio 2022 la Commissioni dei Diritti Umani per le Filippine si è espressa sulla vicenda, ritenendo le 47 aziende responsabili di tali eventi. Yeb Saño, direttore esecutivo per il sud-est asiatico di GreenPeace, ha commentato con soddisfazione la sentenza:
“I risultati della Commissione per i diritti umani sono una rivendicazione per i milioni di persone i cui diritti fondamentali sono stati influenzati dalle società dietro la crisi climatica. Questo rapporto è storico…Il messaggio è chiaro: questi colossi aziendali non possono continuare a trasgredire i diritti umani e anteporre il profitto alle persone e al pianeta.”
La sentenza della Commissione per i diritti Umani per le Filippine risulta essere una sentenza storica: attribuisce la responsabilità di calamità naturali – nonché le conseguenze per la popolazioni – alle grandi industrie mondiali che con le loro produzioni contribuiscono per gran parte all’inquinamento e all’innalzamento delle temperature del pianeta. Pare dunque che il paradigma del solo profitto questa volta non sia riuscito a prevalere, ma al primo posto sia stata messa la sicurezza e la giustizia per migliaia di persone.