Clamoroso ribaltone della sentenza che in primo grado aveva condannato a 6 anni di reclusione l’ex sindaco di Messina e l’ex sindaco di Scaletta Zanclea. “Il fatto non sussiste” per la corte d’appello di Messina.
Nella giornata di ieri, 19 luglio 2017, è arrivata la sentenza della corte di appello di Messina che ha ribaltato, abbastanza sorprendentemente, la sentenza di condanna del primo grado di giudizio nell’ambito del processo per l’alluvione di Messina.
“Non colpevoli perché il fatto non sussiste”, questa la sentenza che ha scagionato Giuseppe Buzzanca, ex sindaco di Messina, e Mario Briguglio, ex sindaco di Scaletta Zanclea. Con loro alla barra degli imputati le altre figure coinvolte nella vicenda ma già assolte in primo grado.
I due ex sindaci erano accusati di non aver adottato il piano di protezione civile per la gestione dell’emergenza idrogelogica. In primo grado furono condannati a 6 anni di reclusione per omicidio plurimo. I fatti risalgono all’ottobre del 2009 quando, a causa di un nubifragio, ebbero origine a Messina e provincia frane e alluvioni che causarono la morte di 37 persone.
Proprio i parenti di queste 37 vittime non hanno digerito questa sentenza assolutoria, anche perché durante il processo fecero emergere che già nel 2007 era stato denunciato il dissesto idrogeologico del territorio senza pero alcun intervento da parte delle istituzioni. Inaspettata e beffarda, dal loro punto di vista, la sentenza che oltre a scagionare i due ex sindaci porta anche alla revoca dei risarcimenti civili concessi in primo grado.
Se da una parte i parenti delle vittime sono convinti di non essere riusciti ad avere giustizia, è ovviamente di avviso opposto il legale del sindaco Buzzanca che all’uscita dal tribunale ha dichiarato “La Giustizia è verità. Oggi è stata riscritta la verità. E’ stata fatta Giustizia!”.
Dello stesso parere, ma più moderato, il legale di Mario Briguglio che annuncia di essere soddisfatto della sentenza, affermando di ritenerlo un verdetto equilibrato, ma aggiunge che non c’è motivo per cui esultare visto che si sta parlando di una vicenda che è costata la vita di 37 persone innocenti.
Entrambi le parti restano in attesa delle motivazioni, mentre l’opinione pubblica sembra aver già deciso da che parte schierarsi e già qualcuno parla del classico “nulla di fatto” all’italiana.
Christian Gusmeroli