Alleggerire lo sguardo: la lezione ancora valida di Italo Calvino

Leggerezza, Italo Calvino

Leggerezza, Italo Calvino

Come tutti sanno Italo Calvino è uno dei maggiori letterati, scrittori e intellettuali del Novecento. La sua grandiosità non sta solo nell’averci donato delle meravigliose opere letterarie, tradotte in tutto il mondo, ma per aver reso queste degli insegnamenti. Sì, perché in qualsiasi modo si leggano le sue opere, è possibile trarne una lezione.




Così come avviene con la parola Leggerezza.

Un vocabolo citato di continuo e sul quale spesso ognuno di noi attribuisce un significato diverso. Il termine è diventato così noto perché fa parte di quel famoso ciclo di lezioni, Lezioni americane, che Italo Calvino doveva tenere all’Università di Harvard; sfortunatamente la morte lo ha colpito prima. Ma perché sceglie il lemma leggerezza? Perché la parola è difficile da inquadrare, perché sfugge ed è indefinibile. La leggerezza è un’ideale ed è un obiettivo che ognuno di noi cerca di raggiungere. E soprattutto è possibile opporla ad altre parole, in primis con pesantezza. L’opposizione leggero-pesante si spiega da sé. Tuttavia, scavando in profondità, con leggerezza si può intendere altro: come ad esempio libertà. D’altronde chi non desidera essere libero?

Per spiegare meglio il concetto si può far riferimento a un eroe mitico, di cui anche Calvino parla: Perseo, campione volante, è l’unico in grado di tagliare la testa a Medusa. E per farlo utilizza uno stratagemma. Il dio greco è fra tutti gli abitanti dell’Olimpo quello che racchiude in sé i due termini: leggerezza e libertà. Infatti oltre ad essere in grado di volare e di sorvolare i venti e le nuvole, quindi essere libero di muoversi e vivere tra terra e cielo. L’eroe è anche astuto perché, solo grazie al suo ingegno, trova un modo per uccidere la Gorgone: guardando il suo riflesso.

Attraverso il volo, Perseo guarda dall’alto le cose del mondo e questo gli permette di avere una visione diversa. Cioè il dio ha quella capacità invidiabile di affrontare ogni esperienza esaminandola sotto alternativi punti di vista. Egli tiene d’occhio il suo obiettivo – uccidere la Gorgone – e trova il modo di farlo. Rispetto ai suoi pari che si sono imbattuti nella sfida, Perseo affronta il suo compito con una marcia in più.

 

Nei momenti in cui il regno umano mi sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio. Non sto parlando di fughe nel sogno o nell’irrazionale. Voglio dire che devo cambiare il mio approccio. Devo guardare il mondo con un’altra ottica, un’altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica.

 

È questo il punto focale: fare conoscenza delle cose che ci circondano, cambiando il modo in cui le guardiamo. Insomma Calvino più di trent’anni fa ci aveva dato la soluzione per affrontare il mondo e per non rimanerne sopraffatti: quella di cambiare prospettiva. Ora, sembra facile a dirsi e difficile a farsi. Ma pensate a quante soluzioni potreste trovare solo se, per un attimo, guardaste quella difficoltà che vi attanaglia da un altro punto di vista. Un esercizio che può essere utile a tanti, soprattutto in un momento come questo. Dunque “cambiare approccio”, un pò come fa il signor Palomar che si sofferma a guardare la luna non di sera, ma di pomeriggio quando ancora il satellite non ha la sua solita forma:

 

La luna di pomeriggio nessuno la guarda, ed è quello il momento in cui avrebbe più bisogno del nostro interessamento, dato che la sua esistenza è ancora in forse. È un’ombra biancastra che affiora dall’azzurro intenso del cielo, carico di luce solare; chi ci assicura che ce la farà anche stavolta a prendere forma e lucentezza? È così fragile e pallida e sottile; solo da una parte comincia ad acquistare un contorno netto come un arco di falce, e il resto è ancora tutto imbevuto di celeste.

Così la luna che fluttua lì nel cielo in solitaria ha essa stessa la capacità di mostrarsi sotto due forme diverse. E in questo modo ognuno di noi è in grado di interpretarle a suo piacimento: sia che ci piaccia osservarla di pomeriggio sia di sera. Perché a seconda di come la vediamo spetta a noi scegliere quale ci aggrada. Ma la possibilità di guardare ciò che ci circonda sotto uno sguardo alternativo è assimilabile anche a una delle teorie di Lachmann.

Quest’ultimo riteneva che la realtà non esiste, bensì è presente una realtà simbolica per ognuno di noi. Quindi ogni individuo affronta la propria vita in base all’atteggiamento che ritiene più consono per ogni esperienza. Emozioni, sentimenti, pensieri differiscono da un essere umano all’altro: ciò che mi suscita qualcosa, può essere differente per la persona che mi sta accanto.

Dunque il famoso “cogito ergo sum” si declina in base alle varie personalità. Ah quanto è complicato e affascinante l’essere umano!

Ma per legare i due concetti: Calvino e Lachman insieme, si può ricorrere alla distinzione tra significato e significante fatta da quest’ultimo e applicarla al caso specifico di Perseo.

Il significato è rappresentato dalla Gorgone che rappresenta l’obiettivo di ogni uomo, colei che ci motiva per tutta la vita ma che non riusciamo mai a raggiungere. Poi c’è il significante che si può raffigurare come una catena di eventi che ci aiuta a conquistare il significato.

L’uno non esiste senza l’altro, sono due concetti strettamente legati che servono ad ogni uomo per centrare i propri obiettivi. E Calvino con la sua leggerezza, riferendosi alle due distinzioni, si trova nel lato del significante. Perché la parola leggero agisce lì su quella catena di eventi che ognuno di noi si trova davanti.

Dunque non bisogna buttarsi a capofitto alla ricerca di una soluzione, ma è necessario analizzare, studiare le difficoltà che abbiamo per risolverle. Peccato non poter essere come Perseo, in grado di volare e calcare le nuvole, ma come Calvino ci ha detto anche solo «planando sulle cose dall’alto» il nostro cuore diventa più leggero.

 

Laura D’Arpa

 

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