Il prof. Ric Williams dell’Università di Liverpool e il dott. Philip Goodwin dell’Università di Southampton sono fra i massimi esperti della materia, già nel dicembre 2014 pubblicarono una ricerca che dimostrava il legame tra emissioni di anidride carbonica e riscaldamento globale, ora tornano con una nuova ricerca pubblicata nel numero di febbraio di Nature geoscience che rinnova l’allarme riscaldamento globale, le soglie di +1,5°C e +2°C rispetto all’epoca pre rivoluzione industriale sono più vicine nel tempo di quanto si credeva.
Ma cosa sono queste soglie? Contenere il riscaldamento globale a +2°C era l’obiettivo fissato in accordi precedenti a quelli di Parigi, l’accordo siglato nella capitale francese ha abbassato il valore limite a +1,5°C.
Obiettivo ambizioso e lodevole, ma la ricerca dei due studiosi britannici ci dice che all’attuale tasso di emissione di anidride carbonica la soglia più bassa sarà raggiunta in circa 18 anni e la più alta in una quarantina (tra i 35 e i 41 anni) quindi le finestre di tempo per agire si stanno riducendo. Secondo lo studio per rimanere entro la soglia di +1,5°C avremmo bisogno di contenere le emissioni annuali sotto i 195-205 PgC (dove PgC sta per petagrammi di anidride carbonica, un petagrammo equivale a 1015 grammi) per stare almeno entro i +2°C dovremmo contenere le emissioni a 395-455 PgC e questo avremmo dovuto iniziare a farlo da inizio dello scorso anno.
Volete sapere a che punto siamo? Il WMO come abbiamo già scritto in un precedente articolo ha comunicato un dato record per il 2016 di anidride carbonica nell’atmosfera pari a 403,3 ppm (parti per milione). Secondo le stime ogni petagramma di emissioni equivale a 0,127 ppm in più nell’atmosfera, quindi potete facilmente dedurre che se siamo arrivati a quella concentrazione è perché stiamo emettendo molto di più.
A che punto siamo con gli impegni di ridurre? Dal 2014 al 2016 le emissioni sono rimaste stabili, sostanzialmente non sono scese né si sono incrementate, è stato salutato come un primo risultato visto che nei due decenni precedenti erano salite al ritmo del 3,5% negli anni 2000 e del 1,8% nella decade 2006-2015, ma la nuova ricerca dice che c’è poco da rallegrarsi e da agire in fretta.
Roberto Todini