“Allarme bomba” sono due parole che, per nostra fortuna, non siamo più molto abituati a sentire. Soltanto i cittadini di Brindisi, alla luce di quanto è stato scoperto dagli artificieri, da qualche giorno a questa parte fanno eccezione. La minaccia non è di matrice terrorista, né è il frutto della mente di un folle. Si tratta invece di qualcosa di diverso. Qualcosa che potrebbe definito un’eredità storica.
Per oltre settant’anni è rimasto sepolto nel sottosuolo della città un ordigno bellico risalente alla seconda guerra mondiale. Stiamo parlando di quaranta chili di tritolo contenuti in un involucro di metallo della lunghezza un metro e dal peso complessivo di 227 chili circa. A dispetto del tempo trascorso, il potenziale esplosivo della bomba si è conservato.
Allarme bomba a Brindisi: la scoperta dell’ordigno
Il merito della scoperta di quest’ospite indesiderato va agli operai della ditta Cogeir srl che si stavano dedicando ai lavori di ampliamento del cinema Andromeda di Brindisi. Lavorando il terreno con l’escavatrice, gli uomini hanno rinvenuto un grosso oggetto metallico incastrato nel terreno, ed essendosi insospettiti sono andati a verificare da vicino di cosa si potesse trattare. Aveva tutta l’aria di essere una bomba.
Gli artificieri avrebbero in seguito confermato questi inquietanti sospetti e identificato l’ordigno come una bomba aereo inglese modello MK V SAP 500 libre. Notevole che si fosse conservata così bene; un miracolo che l’urto dell’ordigno con l’escavatrice non ne abbia causato l’esplosione.
Come si affronterà l’allarme bomba?
Inutile dire che il problema non è di poco conto. Le dimensioni stesse della bomba lasciano intuire la portata dei danni se si arrivasse a un’esplosione. Per dare un’idea più chiara: un ordigno del genere è in grado di distruggere tutto nel raggio di 500 metri. E di disperdere frammenti veloci come proiettili per oltre mille metri. Ecco perché il piano di evacuazione previsto per i cittadini di Brindisi sarà il più vasto mai effettuato in Italia in simili circostanze.
Il 15 dicembre, l’evacuazione riguarderà 53 mila persone (carceri compresi) e una volta che i cittadini saranno al sicuro, i lavori per disinnescare la bomba avranno inizio. Fino ad allora, molte attività commerciali nei pressi del luogo di ritrovamento rimarranno chiuse. Durante l’evacuazione sarà predisposto un piano di vigilanza delle abitazioni per scongiurare furti nelle case. L’amara riflessione è che una guerra così lontana, ancora oggi, possa provocare paura e sgomento negli uomini.
Livia Larussa