Alimentazione: come il nome dei piatti influenza il senso di sazietà

Alimentazione: come il nome dei piatti influenza il senso di sazietà

Anche l’occhio vuole la sua parte, soorattutto se si tratta di alimentazione!

È un modo di dire comune e utilizzato in diversi settori, primi tra tutti forse proprio quelli che riguardano cibi e bevande.

Si sa, un piatto gustoso ma che viene presentato esteticamente bene risulta soddisfacente quasi il doppio. Ma se oltre all’estetica ne viene curato anche il nome, allora siamo veramente ad un livello superiore. Attribuire dei nomi attraenti a cibi e piatti in genere pare che renda l’esperienza del mangiare ancora più piacevole e… saziante!

Questo il risultato di una ricerca condotta da Bradley Turnwald, ricercatore in Psicologia presso la Stanford University.




Se infatti non si può influenzare in modo diretto il livello di sazietà delle persone, lo si prova a fare in modo indiretto mediante il linguaggio.

E questo può avere un risvolto certamente positivo se si tratta di dover mangiare, ad esempio, frutta, verdura o alimenti altrettanto fondamentali per la nostra alimentazione ma che non piacciono a tutti.

 

Come è possibile dimostrare l’influenza del linguaggio sul senso di sazietà?

L’esperimento di Turnwald e dei suoi colleghi ricercatori ha coinvolto circa 28mila pasti somministrati agli studenti.

Agli universitari è stata infatti presentata una certa quantità di cibi salutari con nomi neutri, come zucchine, carote e altre verdure, poi gli stessi alimenti preparati in egual modo ma presentati con nomi salutistici con riferimento indiretto alle loro proprietà benefiche, e poi ancora le medesime pietanze ma con nomi molto più attraenti e dal rimando appetitoso, come “cubetti di zucchine caramellate cotte a fuoco lento”.

Non so voi ma già il solo sentire un nome così fa venire l’acquolina in bocca e, sorpresa delle sorprese, contribuisce ad incrementare il senso di sazietà!

La ricerca di Turnwald ha infatti dimostrato che mangiando un cibo etichettato come sano aumenta il nostro livello di fame, mentre consumare dei piatti dai nomi gustosi ci fa sentire più sazi.




 

Come applicare questa ricerca alla nostra alimentazione quotidiana

È una chiara dimostrazione di come la mente inganni il nostro corpo: sentire o leggere nomi invitanti contribuisce a diminuire la grielina, l’ormone dell’appetito, che resta invariato se il cibo è etichettato come sano e salutare.

I risultati di questo studio potrebbero avere delle ripercussioni interessanti e utili nella nostra alimentazione quotidiana. Si potrebbe infatti iniziare a consumare cibi importanti per la nostra dieta in maniera più cospicua e magari anche più volentieri.

Come dire, la sostanza non cambia ma in questo caso la forma (e il linguaggio!) è senza dubbio determinante.

Sbizzarriamoci pure quindi con nomi stravaganti e golosi, tutta la buona frutta e verdura estiva ci saranno certamente d’aiuto!

Leggi anche: “Alimentazione: i 10 falsi miti su cibi miracolosi e quelli da evitare

 Annachiara Cagnazzo

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