Alice Pignagnoli, contratto prolungato per la neomamma sportiva. Ora diventi la norma

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Alice Pignagnoli, una carriera brillante

Alice Pignagnoli nasce a Reggio Emilia nel 1988 e fin da piccolina inizia a giocare a calcio.  A quindici anni indossa per la prima volta la maglia con il numero 1 e dopo un periodo in squadre miste entra nel settore giovanile della Reggiana Femminile. Nel 2006 è portiere titolare della primavera della squadra. Dall’anno successivo viene data in prestito in serie B alla Galileo Giovolley e gioca da titolare 21 partite su 22. Da quel momento viene data in prestito a diverse squadre, girando per tutta l’Italia, finché esordisce in serie A con il Milan. Tra il 2011 e il 2012 gioca al Torres con cui debutta in Champions League e vince Scudetto e Super coppa Italia. Nel 2019 si trasferisce al Cesena restando in Serie B, finché a dicembre dello stesso anno, per un controllo casuale scopre di essere incinta.

Il calcio femminile in Italia e nel mondo

Sposata dal 2016 con Luca Lionetti, dà alla luce la piccola Eva il 9 agosto 2020. Alice Pignagnoli non è calciatrice professionista e per lei non valgono le tutele previste da FifPro, il sindacato dei giocatori e delle giocatrici di tutto il mondo. Infatti dal primo gennaio 2021 sono state introdotte, per le giocatrici professioniste, delle tutele in caso di gravidanza, dopo il risultato di un’indagine di FifPro che indica che il 47% delle donne è costretta a smettere di giocare per dedicarsi alla famiglia. In Italia, il passaggio al professionismo delle calciatrici ancora non è ancora avvenuto. Per ora è stato approvato in Senato (ottobre 2020) un emendamento che stanzia 11 milioni di euro per avviare il passaggio al professionismo dal 2022.

Alice Pignagnoli e la paura di smettere di giocare

Fortunatamente però, la società di Alice ha deciso di aiutarla e ora, dopo tre mesi di stop sta tornando in campo, dopo un velocissimo recupero di due settimane. L’inizio della gravidanza, racconta Alice a Sky Sport, non è stata facile  “Mio marito era felice, ma io continuavo a piangere per il fatto di dover interrompere l’attività sportiva. Un ruolo fondamentale hanno avuto in quel momento le mie compagne che mi hanno sempre sostenuta ed incoraggiata. E anche la mia società che, da subito ,mi ha fatto capire che l’intenzione non era quella di scaricarmi”.

..Ma non viene abbandonata

Anche il suo club ha deciso di starle accanto e lei ha continuato ad allenarsi fino al settimo mese di gravidanza. In Italia, fino al rinnovo del contratto di Alice Pignagnoli la maternità coincideva con il licenziamento e la conclusione della carriera calcistica. Un risultato che si addice al quadro generale della donna che, una volta divenuta mamma, non è più buona a far niente che non sia curare il suo bambino. A 33 anni Alice è una mamma e può continuare a giocare perché rimanere incinta è una bella notizia e avere figli non deve e non può causare la perdita dei propri sogni e della propria carriera.

Il “problema” della gravidanza

Nel mondo del calcio femminile, fino al 2019, nemmeno esistevano le calciatrici professioniste. Il calcio femminile era solo dilettantistico, sempre in ragione del fatto che una donna prima o poi diventerà una madre e una donna che è una madre non può fare carriera in uno sport come il calcio. Il rinnovo di contratto per Alice Pignagnoli è una vittoria enorme per tutte quelle donne che praticano sport a livello agonistico, per cui lo sport è il loro lavoro e si vedono portate via la possibilità di proseguire per essere rimaste incinta. Quasi come se avere figli sia una colpa, non una bellissima notizia.Un figlio è felice se ha serenità attorno, non una mamma arrabbiata che ha rinunciato a tutto per lui. La cultura va cambiata”. Racconta Alice a Quotidiano.net, e forse, la cultura sta cambiando davvero.

Sembra fortuna ma deve essere norma

La fortuna di Alice Pignagnoli non dovrebbe essere una fortuna, un caso isolato ma la normalità. La sua storia è una storia di amore per la propria figlia e per il proprio lavoro e passione, una storia di una donna che non deve rinunciare alla sua vita dopo aver un figlio. Una storia che dovrà aprire la strada a un cambiamento radicale nel mondo del calcio e dello sport femminile. Essere mamma è una fortuna e una gioia incredibile esattamente come lo è lo sport e fare il lavoro dei propri sogni. 

                                                                                                                                                          Virginia Maggi

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