Con l’incalzare delle applicazioni della tecnologia in diversi settori da quelli privati fino a quelli lavorativi l’alfabetizzazione digitale sta diventando sempre più importante sia per i giovani sia per gli adulti.Secondo gli ultimi dati dell’Istat, però, il nostro paese attualmente è al quart’ultimo posto in Europa per l’alfabetizzazione digitale di base, un posizionamento che sottolinea un divario importante se si pensa agli obiettivi fissati dall’UE anche nel campo della digitalizzazione dei paesi europei entro il 2030.Questo ritardo non riguarda solo l’accesso alla tecnologia, ma anche la capacità di utilizzarla in modo consapevole, sicuro ed efficace.
Un problema che attualmente vede diverse tipologie di divario tecnologico con fattori influenti che vanno dall’età, al genere, livello di istruzione e localizzazione geografica.
La tecnologia un problema soprattutto per i più anziani
Secondo l’indagine degli esperti di ExpressVPN gli adulti, nello specifico i baby boomer (sia più giovani sia più anziani) si affidano ai più giovani per avere supporto nell’uso della tecnologia. Infatti, guardando ai dati italiani ben il 71% dei baby boomer più giovani e il 77% dei baby boomer più anziani fa affidamento ai propri figli o nipoti per utilizzare al meglio le tecnologie che sono a loro disposizione, come ad esempio lo smartphone, l’accesso a siti web o altre applicazioni di loro interesse.
L’indagine conferma anche che non solo viene richiesto loro aiuto per l’impiego delle nuove tecnologie, ma stessi i millennial più giovani e anziani, ma anche coloro che appartengono alla generazione X, vogliono offrire il loro supporto tecnologico a genitori e nonni, supportandoli al meglio nell’uso delle nuove tecnologie che possono migliorare le loro vite.
Nonostante ciò, nel nostro paese continua, comunque, a esserci un forte divario digitale come confermato dalle ultime indagini Istat, con disparità che vanno dalle disponibilità economiche a un’assenza di accesso alle competenze necessarie all’impiego delle stesse.
Un divario digitale che divide il Paese
L’Italia vive un doppio divario digitale. Da un lato, esiste una disparità tra chi ha accesso agli strumenti tecnologici e chi ne è privo. Dall’altro, c’è un divario ancora più ampio tra chi sa utilizzare queste tecnologie e chi, pur avendone accesso, non dispone delle competenze necessarie per sfruttarle al meglio.
Un aspetto significativo di questa disparità riguarda l’età. Le generazioni più anziane, cresciute in un contesto analogico, spesso si trovano in difficoltà nell’adattarsi ai cambiamenti imposti dalla digitalizzazione.
L’assenza di una formazione specifica, unita alla mancanza di dimestichezza con la lingua inglese – predominante nel mondo digitale – rende difficile per molti over 50 utilizzare strumenti tecnologici anche basilari.
Parallelamente, anche tra i giovani, la situazione non è così positiva come si potrebbe pensare. Sebbene la Generazione Z e i Millennial siano cresciuti circondati da smartphone, social media e app, le loro competenze digitali spesso si limitano a un utilizzo superficiale dei dispositivi.
Molti ragazzi sanno navigare sui social network, ma non sanno come utilizzare un computer in modo avanzato, come creare un documento complesso o gestire correttamente un account online.
Questo gap dimostra che l’essere “nativi digitali” non garantisce automaticamente una piena alfabetizzazione digitale.
Differenze di genere e geografiche
Un altro fattore che contribuisce al divario digitale in Italia è la disparità di genere. Secondo i dati, le competenze digitali di base vedono una maggiore diffusione tra gli uomini rispetto alle donne.
Questo squilibrio, sebbene non drammatico, riflette una mancanza di politiche mirate a incoraggiare la partecipazione femminile nel settore tecnologico e a promuovere una formazione digitale inclusiva.
Anche la geografia secondo i dati gioca un ruolo determinante. Le regioni del Nord Italia, grazie a una maggiore disponibilità di infrastrutture e risorse, mostrano livelli di alfabetizzazione digitale più elevati rispetto a quelle del Sud e delle aree rurali.
Questa disparità non fa che ampliare il divario economico e sociale tra le diverse aree del Paese, penalizzando ulteriormente le regioni già in difficoltà.
L’importanza della formazione e dell’educazione digitale
Superare il divario digitale richiede un impegno collettivo e strutturato. Non basta fornire strumenti tecnologici, come computer o connessioni a banda larga, se non si accompagnano questi interventi con programmi di formazione adeguati.
L’alfabetizzazione digitale deve essere integrata nei percorsi scolastici e formativi, non solo come materia autonoma, ma anche come strumento trasversale per apprendere altre discipline.
Nelle scuole, è fondamentale insegnare non solo come utilizzare un computer, ma anche come navigare in modo sicuro su internet, riconoscere le minacce digitali come phishing e fake news, e utilizzare le tecnologie per risolvere problemi complessi.
La formazione non deve limitarsi ai giovani: anche gli adulti e gli anziani devono essere coinvolti in programmi di aggiornamento per acquisire le competenze necessarie a rimanere attivi in un mondo sempre più digitalizzato.