Davvero difficile trovare nella gloriosa storia del marchio, una vettura meno sensata dell’Alfa Romeo Mito. Persino meno della sciagurata Arna, che nei primi anni’80 motorizzò parecchi corpi dei vigili urbani e fece dare di stomaco ai veri appassionati, oltre che del marchio Alfa, anche dell’estetica nell’auto. Ma perlomeno aveva avantreno e motori Alfasud, che per quanto anomala era un’Alfa Doc, ed inoltre aveva un’affidabilità tutta giapponese e finezze, per l’epoca, come il ricircolo dell’aria nell’impianto di climatizzazione. Persino meno della 155, l’auto che seppellì definitivamente l’Alfa Romeo togliendo dal settore uno dei punti fermi della casa, la trazione posteriore, ma che aveva ancora in dote gli storici motori bialbero tutti di alluminio, seppure in versione Twin Spark. Addirittura meno delle 145-146, che riprendevano telaio della Fiat Tipo e linea dagli sbalzi anteriori sproporzionatissimi come 155 e come tutta la gamma media dell’allora gruppo Fiat (oggi gruppo FCA), ma esordirono con i motori Boxer, addirittura in versione 16 valvole, anche se li persero dopo poco tempo.
La Mito non ha neanche questi flebili appigli per essere salvata. E’ una Punto, peggiorata nella linea e resa più inutile dall’assenza di una versione a 5 porte, recentemente variata nell’estetica, con l’adozione del nuovo scudetto di ispirazione Giulia, nuova scritta identificativa posteriore, variazioni di dettaglio ad esterni ed interni. Tre gli allestimenti disponibili (Mito, Super e Veloce, questi ultimi due davvero immeritatissimi) e motori benzina Twin air (un bicilindrico sull’Alfa Romeo, un pò come se avessero messo il motore della 500 sull’Alfetta) 0.9 (va tanto di moda scriverlo così, leggasi 900) da 105 cv, 1.4 Fire (si, lo stesso montato da anni su una marea di vetture Fiat, a partire dall’ Autobianchi Y 10 nel lontano 1985) aspirato da 78 cv, turbo Gpl da 120 cv e Multiair da 140 e 170 cv. Performanti questi ultimi, per carità, ma pur sempre motori di Punto e 500 montati su una vettura dal nobile stemma. Prestazioni su strada tutto sommato oneste, considerando il banale schema meccanico, ma nulla di più. Da segnalare il ritorno di una motorizzazione diesel in gamma, il solito 1.3 Multjet III da 95 cv, aggiornato per rispettare le norme Euro 6. Prezzi a partire da 15.900 euro per la 1.4 78 cv, al netto di sconti ed offerte che senza ombra di dubbio arriveranno. Porte aperte presso le concessionarie FCA il week end del 17 e 18 Giugno.
Gli utenti se ne sono accorti, la Mito non è un’Alfa, e le vendite sottotono, spesso in favore per la più grande e lievemente più consona allo stemma del biscione Giulietta, ne sono state la conferma. Con questo restyling, sullo stile di Zia Giulia (per citare una vecchia pubblicità dell’Alfasud), si cerca di raccogliere qualche giovane rampollo e qualche altro utente del brand (che tristezza chiamarlo così) che desidera la più grande, ma ha i soldi per la più piccola, che comunque non sono pochi.